Autore Redazione
lunedì
28 Settembre 2020
16:42
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Cronaca - Alessandria

Come sta andando la raccolta funghi in provincia di Alessandria

Come sta andando la raccolta funghi in provincia di Alessandria

ALESSANDRIA – Erano almeno dieci anni che in provincia di Alessandria non si raccoglievano così tanti funghi. A sostenerlo è Coldiretti che ha parlato di “un’elevata quantità e qualità di miceti in un settembre 2020 che ha ben dosato caldo, pioggia e umidità“. Una raccolta che ha fatto registrare nell’Alessandrino un +20% rispetto alla passata stagione. Tra le zone più ricche ci sono state quelle del Novese, Acquese e Tortonese.
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L’attività di ricerca non ha solo una natura hobbistica ma svolge anche una funzione economica a sostegno delle aree boschive dove rappresenta un’integrazione di reddito per migliaia di professionisti impegnati a rifornire negozi e ristoranti di prodotti tipici locali“, ha spiegato il Presidente Coldiretti Alessandria, Mauro Bianco. Ecco che risulta essere “necessario tuttavia evitare le improvvisazioni e seguire alcune importanti regole che vanno dal rispetto di norme e vincoli specifici presenti nei diversi territori, alla raccolta solo di funghi di cui si sia sicuri e non fidarsi assolutamente dei detti e dei luoghi comuni, ma anche rivolgersi sempre, in caso di incertezza, per controlli ai Comuni o alle Unioni micologiche e utilizzare cestini di vimini ed evitare le buste di plastica”.

Parole cui seguono quelle del Direttore Coldiretti Alessandria, Roberto Rampazzo: “I funghi sono prodotti di valore medio sotto il profilo nutrizionale e contengono in prevalenza acqua, ma anche proteine, carboidrati, sostanze minerali e vitamine“. Rampazzo ha poi spiegato che “possono essere consumati freschi, congelati, essiccati o conservati sottovetro, ma l’attitudine alle diverse preparazioni differisce a seconda delle diverse varietà. La buona stagione è un’opportunità anche per i buongustai che preferiscono cercarli sugli scaffali: in questo caso la Coldiretti invita a verificare l’indicazione, il luogo di raccolta o coltivazione, che deve essere riportato obbligatoriamente. Una garanzia per sapere se i pregiati frutti del bosco sono Made in Italy o se sono arrivati da Paesi lontani con minore freschezza e garanzie di qualità e sicurezza alimentare”.
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