Autore Redazione
martedì
15 Dicembre 2020
09:19
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Cronaca - Alessandria

Il Cts propone misure anti Covid più rigorose per Natale

Il Cts propone misure anti Covid più rigorose per Natale

ROMA – “Servono misure più rigide, estese a livello nazionale, per evitare che le vacanze di Natale si trasformino nella premessa di una devastante terza ondata a gennaio“. A dirlo gli esperti del Comitato tecnico-scientifico durante la riunione con il premier Giuseppe Conte e i capigruppo per decidere quali restrizioni adottare in vista delle festività natalizie.

Gli scienziati hanno ribadito la loro contrarietà ad allentare le restrizioni. In particolare ritengono erroneo permettere gli spostamenti tra Comuni nel periodo che va dal 24 dicembre e per tutte le vacanze. In particolare il Cts ha sottolineato la necessità di adottare provvedimenti ancora più rigidi nei giorni più caldi delle feste: in particolare il 25, il 26 e il 31 dicembre oltre all’uno e sei gennaio. Restrizioni che potrebbero anche essere estesi ai giorni immediatamente precedenti e successivi per evitare un aggiramento delle regole.

Il Comitato tecnico scientifico, infatti, ritiene che con gli attuali numeri del contagio qualsiasi tipo di rilassatezza potrebbe portare a uno tsunami di contagi a partire già da gennaio, rendendo il febbraio-marzo del 2021 anche peggiore di quello vissuto nel 2020. Il Cts spinge così per un’Italia interamente zona rossa. Ovvero riportare il Paese in un lockdown totale per la seconda metà di dicembre e i primi giorni di gennaio con solo i servizi essenziali aperti. Il tutto nell’ottica di limitare gli assembramenti il più possibile ed evitare che si ripresentino scene come quelle viste nelle grandi città nei weekend.

Nel caso in cui il Governo optasse per un’Italia in zona rossa per il periodo natalizio quindi verrebbero proibiti i movimenti non essenziali fuori dalla propria abitazione. Una sorta di lockdown generalizzato con la serrata dei negozi e il divieto di spostamenti al di fuori delle comprovate esigenze. Potrebbe però decidere un margine di flessibilità per il giorno di Natale, in modo da garantire la partecipazione ai riti religiosi (non si sa per i pranzi e cene). Nel caso in cui, invece, l’esecutivo optasse per un’azione più morbida l’Italia entrerebbe in zona arancione, lasciando quindi aperti i negozi ma estendendo il divieto d’uscita dal proprio Comune. In entrambi gli scenari ristoranti e bar resterebbero chiusi se non da asporto.

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