Autore Redazione
martedì
29 Dicembre 2020
05:16
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Cronaca - Alessandria

Confcommercio: “In provincia oltre 3500 imprese a rischio. Serve un vaccino anche per l’economia”

Confcommercio: “In provincia oltre 3500 imprese a rischio. Serve un vaccino anche per l’economia”

PROVINCIA DI ALESSANDRIA – Un vero e proprio allarme quello lanciato dalla Confcommercio della provincia di Alessandria, partendo da una analisi dell’Ufficio Studi di Confcommercio nazionale che restituisce una immagine più che preoccupante dei settori rappresentati.

“Tra covid e crollo dei consumi, in questo 2020 drammatico sono sparite in Italia oltre 390.000 imprese del commercio al dettaglio e dei servizi e ci sono 200.000 lavoratori autonomi in meno. Ha ragione il nostro Presidente nazionale Carlo Sangalli – dicono dalla Confcommercio alessandrina –: serve urgentemente un vaccino anche per l’economia”.

Le stime elaborate dall’Ufficio Studi di Confcommercio parlano di più di mezzo milione di partite Iva, tra imprese e lavoratori autonomi, che di fatto cesserebbero la loro attività a causa delle conseguenze negative della pandemia. Per questo serve urgentemente un vaccino economico: indennizzi finalmente adeguati e proporzionali alle perdite e poi, soprattutto, l’utilizzo di tutte le risorse europee per rimettere in moto l’economia del Paese, partendo da un accesso al credito immediato, copioso e con termini di restituzione lunghi o lunghissimi.

“I dati sono drammatici – afferma il presidente provinciale di Confcommercio, Vittorio Ferrarie se non ci saranno gli interventi che da marzo chiediamo, che non possono essere le “mancette” date estemporaneamente, ma devono essere interventi strutturati e strutturali, partendo dal credito e dalla possibilità di ottenere nuova e copiosa liquidità con tempi di restituzione lunghi o lunghissimi, che permettano alle imprese di tornare a fare le imprese, con programmazione e visione per il futuro, il bilancio potrà essere anche più grave”.

L’effetto combinato del Covid e del crollo dei consumi, con una perdita di 120 miliardi di euro rispetto al 2019, porta a stimare la chiusura definitiva di oltre 390.000 imprese del commercio non alimentare e dei servizi di mercato e la cessazione dell’attività per oltre 200.000 lavoratori autonomi. Numeri drammatici, non compensabili con le 85.000 nuove aperture. Il tasso di mortalità delle imprese risulta raddoppiato per il settore del commercio (dal 6.6 all’11.1%) e addirittura quasi triplicato per i servizi di mercato (dal 5,7% al 17,7%).

Secondo questi parametri, nella nostra provincia si assisterebbe alla chiusura di 1.500 imprese nel settore commercio e di 2.000 imprese nel settore dei servizi, per un totale di più di 3.500 chiusure nei comparti rappresentati.

I settori più colpiti

Tra i settori più colpiti, nel commercio si trovano:
” Abbigliamento e calzature (-17,1%)
” Ambulanti (-11,8%)
” Distributori di carburante /-10,1%)

Mentre i settori più colpiti nei servizi di mercato sono:
” Agenzie di viaggio (-21,7%)
” Bar e ristoranti (-14,45)
” Trasporti (-14,25)
” Filiera del tempo libero (33%)

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