Autore Redazione
martedì
6 Aprile 2021
09:29
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Cronaca - Alessandria

Sgominata rete di frodi informatiche con ramificazioni anche in provincia di Alessandria

Sgominata rete di frodi informatiche con ramificazioni anche in provincia di Alessandria

PROVINCIA DI ALESSANDRIA – Anche la provincia di Alessandria è coinvolta in una operazione contro le frodi informatiche, frutto di una complessa attività investigativa, coordinata dal Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni di Roma. Gli investigatori stanno eseguendo perquisizioni domiciliari, personali e informatiche in diverse città italiane nei confronti di un gruppo criminale composto da 12 cittadini nigeriani, dedito alla realizzazione di frodi Bec di ultima generazione (Business e-mail compromise). Questa modalità prevede l’accesso abusivo alle e-mail utilizzate dalle aziende durante le transazioni commerciali consentendo di spiare tutta la corrispondenza che intercorre tra le società spiate.

Nei loro confronti la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Torino, ha emesso provvedimenti di perquisizione personale, domiciliare ed informatica a Torino, Genova, Monza, Ferrara, Voghera e in provincia di Alessandria. L’indagine trae origine dalla frode informatica denunciata nello scorso mese di settembre, da un’azienda del terziario di Treviso, per il mancato pagamento di alcune fatture emesse nei confronti di una società indonesiana. Le somme per un importo di circa 155.000 euro, invece di finire sul conto corrente della parte offesa, venivano dirottate verso conti correnti aperti appositamente dall’associazione criminale.

Le complesse attività investigative hanno permesso di ricostruire, in maniera certosina, l’organigramma dell’organizzazione criminale che ruota intorno ad un gruppo di matrice nigeriana gravitante in diverse parti del paese. Sono state ricostruite le transazioni commerciali e la rete capillare di money-laundering realizzata per far perdere le tracce delle somme illecitamente sottratte. La tempestività dell’intervento ha anche consentito di bloccare e recuperare somme per circa 50.000 euro. Nel corso dell’operazione sono state sequestrate numerose carte di credito e telefoni cellulari utilizzati per il raggiro e le evidenze emerse hanno fornito ampi riscontri alle ipotesi investigative ampliando i quadri probatori a carico degli indagati.

Computer Photo by Sam Albury Unsplash

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