Autore Redazione
mercoledì
5 Maggio 2021
15:33
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Cronaca - Alessandria

La favola di Biancaneve e di quel bacio che scalda il web, Me.Dea: “Così si banalizzano argomenti ben più seri”

La favola di Biancaneve e di quel bacio che scalda il web, Me.Dea: “Così si banalizzano argomenti ben più seri”

ALESSANDRIA – Era il 1937 quando la Disney lanciava sui grandi schermi il cartone animato in technicolor Biancaneve. Una storia d’altri tempi fatta di principi e principesse, di streghe cattive e di nani che lavorano in una miniera e vivono nel cuore della foresta. Ma anche la storia di un bacio imposto e non consenziente con cui il principe riporta in vita Biancaneve dopo il morso alla mela avvelenata. A innescare la polemica sono state due giornaliste del SFGate che hanno recensito una delle giostre originali, Snow White’s Enchanted Wish, presentata al pubblico di Disneyland in versione rinnovata durante la riapertura del parco di Anaheim dopo 400 giorni di lockdown.

Disneyland, nella nuova versione, ha scelto di adottare come finale della corsa lo stesso epilogo del classico cartone del 1938, ovvero il “bacio dell’eterno amore” del Principe per liberare Biancaneve dall’incantesimo, sostituendo così la morte della matrigna Grimilde con cui si concludeva l’itinerario nell’edizione originale del 1955 della giostra. “Biancaneve dorme e dunque il bacio non è stato consensuale“, è stata la polemica lanciata. “Non può essere un bacio di vero amore se solo una persona sa che sta succedendo“, hanno scritto le giornaliste sull’edizione digitale del San Francisco Chronicle.

Così però si banalizzano argomenti ben più seri e pressanti“, replica Sarah Sclauzero, presidente di Me.Dea. “Penso che sia sbagliato focalizzarsi su Biancaneve quando i problemi di grossa attualità sono ben altri. Solo qui in Piemonte, e in particolare ad Alessandria, si sta portando avanti una lotta in difesa della legge 104 dopo la norma approvata dalla Regione Piemonte sulla pillola abortiva RU486“. Sarah Sclauzero ha infatti parlato di “polemica pretestuosa che banalizza argomenti più seri e di assoluta attualità” come anche “il linguaggio giornalistico utilizzato quando si racconta uno stupro o un femminicidio. A oggi il giornalismo non ha un linguaggio di genere“. E se da una parte “un bacio non consenziente può diventare violenza” allo stesso tempo quello “raccontato nella fiaba di Biancaneve è un bacio per ridare la vita. Una sorta di rianimazione bocca a bocca“.

Per Sarah Sclauzero tante altre sarebbero le fiabe o i cartoni da porre all’attenzione perché diseducativi “qui invece parliamo di una fiaba figlia del suo tempo, dove si raccontava della donna da salvare a tutti i costi. Una versione retrograda e ormai dismessa da tempo. Ma parliamo comunque di un grande classico. Negli anni la Disney ha raccontato diverse eroine capaci di prendere in mano il loro destino e ribaltarlo come Frozen o Rebel“. Per la presidente di Me.Dea la favola di “Biancaneve può e deve essere raccontata. Le famiglie devono al contrario educare i figli al rispetto dei singoli individui, all’accettazione e all’inclusione“, ha poi concluso.

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