1 Giugno 2021
05:00
Fanghi contaminati nei terreni del Nord. Riboldi chiede chiarimenti: “Indagine interessa anche i nostri terreni?”
CASALE MONFERRATO – Il sindaco di Casale, Federico Riboldi, ha scritto al Ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani, al Presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, e alla Direzione Generale di Arpa Piemonte per sapere se il territorio casalese sia stato in qualche modo coinvolto nel sistema di smaltimento illecito di rifiuti che, tra l’inizio del 2019 e il maggio 2019, avrebbe inquinato più di tremila ettari di terreni agricoli tra Vercelli e Verona.
“Come Sindaco della Città di Casale, capofila e punto di riferimento dell’intero Monferrato casalese, ho la necessità di essere informato, se l’indagine della Procura di Brescia, che coinvolge in particolar modo WTE, riguardi anche terreni insistenti sul nostro territorio e, in caso contrario, se i Militari e le Procure piemontesi hanno già provveduto a svolgere indagini e rilievi in tal senso. In particolare la mia domanda riguarda lo spandimento di “gessi” nella SubArea E nel territorio compreso tra i comuni di Giarole, Pomaro, Bozzole, Frassineto Po e Casale Monferrato“.
A far allertare Riboldi, hanno spiegato dal Comune è stata l’ordinanza di rinvio a giudizio del Gip di Brescia, la dott.ssa Elena Stefana, nei confronti di 14 persone, indagate a vario titolo, accusate di aver architettato un sistema di smaltimento illecito di rifiuti che, tra l’inizio del 2019 e il maggio 2019, avrebbe inquinato più di tremila ettari di terreni agricoli tra Vercelli e Verona. Oltre 150 mila tonnellate di concimi contaminati che venivano sversati sui terreni colti, nonostante non rispettassero i parametri di legge poiché, secondo il lavoro d’indagine dei Carabinieri Forestali, contenevano dosi eccessive di metalli pesanti ed inquinanti di ogni tipo. Se l’ipotesi dell’accusa fosse accertata in Giudizio, rappresenterebbe un precedente gravissimo per il nostro territorio, che potrebbe minare anche le economie della Pianura Padana. Ancora una volta l’avidità e lo sporco interesse di pochi, hanno messo a repentaglio la salute pubblica: una notizia che in un momento di così particolare sensibilità, come quello pandemico che stiamo vivendo, lascia una ferita ancora più lacera