30 Agosto 2021
13:27
Dichiarazioni false e addirittura ricercati: Carabinieri scoprono oltre 30 furbetti del reddito di cittadinanza
PROVINCIA DI ALESSANDRIA – Nonostante i precedenti penali diversi cittadini rumeni, marocchini e nigeriani, alcuni dei quali anche ricercati, avevano ottenuto il reddito di cittadinanza senza averne titolo. I Carabinieri del Comando Provinciale di Alessandria hanno però smascherato gli impostori, attualmente già oltre 30, un numero tuttavia destinato a crescere ancora grazie ai controlli tuttora in corso da parte dei militari, impegnati fin dalla partenza dell’erogazione del sostegno statale, ad accertare eventuali storture.
Come appurato dai Carabinieri il reddito di cittadinanza era stato ottenuto dai truffatori attraverso false attestazioni sui requisiti, la residenza e la non sottoposizione a misure cautelari o limitazione della libertà personale imposte dall’Autorità Giudiziaria. Nei guai sono quindi finite molte persone denunciate in tutta la provincia dai Carabinieri del Comando Provinciale di Alessandria e dai dipendenti Comandi Compagnia e Stazione.
Già nelle scorse settimane e mesi, l’attività dei Carabinieri della Compagnia di Casale Monferrato aveva permesso, attraverso un attento esame dei requisiti dei soggetti destinatari del reddito di cittadinanza, in collaborazione con il Nucleo Ispettorato del Lavoro dei Carabinieri di Alessandria, di portare l’attenzione su numerosi stranieri indebiti percettori, denunciati e contestualmente segnalati all’INPS per la sospensione dell’erogazione. Gli stranieri, sei in tutto, di origini rumene, erano tutti ricercati per vari reati e pertanto, secondo la legge vigente, non idonei a percepire il sussidio. Si trattava di tre donne di 35, 42 e 44 anni, e di tre uomini di 37, 47 e 48 anni, che hanno percepito indebitamente oltre 44mila euro, attestando falsamente la propria residenza e l’assenza di pendenze penali.
Una attività analoga da parte dei Carabinieri di Novi Ligure aveva portato al deferimento di un 22enne rumeno senza fissa dimora che, dopo avere dichiarato falsamente la propria residenza, aveva ottenuto in un ufficio postale il rilascio della carta Postepay su cui si era visto accreditare l’ingiusto sussidio per oltre 4mila euro, così come un 52enne e una 48enne, anch’essi rumeni senza fissa dimora, che avevano dichiarato di essere residenti a Milano e che ricevevano entrambi mille euro di sussidio.
Nel calderone delle truffe anche chi, come un 21enne e un 58enne rumeni, senza fissa dimora, non era riuscito a ottenere il reddito di cittadinanza per un intoppo burocratico nonostante le dichiarazioni, false, di cittadini residenti a Milano.
Sempre i Carabinieri novesi avevano poi denunciato un 17enne, una 21enne e una 22enne, tutti rumeni e senza fissa dimora, per lo stesso reato, dopo che il direttore di un ufficio postale, vista la documentazione prodotta, aveva rilasciato alla sola 21enne la carta Postepay con la somma di 2.300 euro, invitando gli altri due a tornare per il ritiro, cosa che, insospettiti, non facevano. Tutti avevano dichiarato di risiedere sul territorio nazionale da almeno 10 anni, indicando una residenza inesistente e richiedendo un codice fiscale per cittadini stranieri non residenti. Nonostante le difficoltà, gli indagati non desistevano e, pienamente consapevoli di non essere titolati a ricevere il reddito, presentavano l’istanza agli uffici INPS mediante un ignaro CAF del territorio, ottenendo così l’autorizzazione al ritiro del beneficio in un qualsiasi ufficio postale nazionale. L’intervento dei Carabinieri ha però interrotto l’illecita attività.
Le indagini più recenti hanno permesso di scoprire altri “furbetti del reddito di cittadinanza”, al momento diciotto, un numero destinato a incrementarsi, che con il solito modus operandi delle dichiarazioni false, in spregio ai requisiti richiesti dal sostegno statale. Tra di loro, ultimi in ordine di tempo, due rumeni domiciliati in un campo nomadi di Genova, una 23enne e un 28enne, trovati in possesso di tre carte ottenute indebitamente dichiarando falsamente di essere da tempo in Italia. Una menzogna che fruttava circa tremila euro di sussidio, prima della denuncia dei Carabinieri della Compagnia di Acqui Terme. Denunciato dai Carabinieri di Alessandria anche un 23enne per avere ottenuto il beneficio nonostante la misura cautelare dell’obbligo di dimora e la sua successiva irreperibilità per sfuggire a un ordine di carcerazione per altri motivi.
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