Autore Redazione
venerdì
7 Gennaio 2022
16:13
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Cronaca - Alessandria

Coldiretti sul caso di peste suina africana: “Siamo fortemente preoccupati”

Coldiretti sul caso di peste suina africana: “Siamo fortemente preoccupati”

OVADA – È forte l’allarme delle associazioni agricole dopo il caso di peste suina africana riscontrato in una carcassa di cinghiale nell’ovadese. Coldiretti aveva ammonito tempo fa, spiegando i rischi potenziali di un fenomeno già riscontrato in Germania e nell’Est Europa, attraverso diverse manifestazioni come Bôgia Piemunt dell’11 dicembre 2019 e dello scorso 8 luglio 2021 in piazza Castello a Torino.

Oltre ai grandissimi danni alle coltivazioni, agli incidenti mortali e non, ai problemi sanitari e ad aver lasciato degenerare questa situazione, ora in Piemonte c’è un ulteriore rischio elevatissimo: la Peste Suina Africana, infatti, può colpire i cinghiali ed è altamente pericolosa e, spesso, letale per i suinidi, ma non è trasmissibile agli esseri umani.

Siamo fortemente preoccupati – ha affermato il Presidente Coldiretti Alessandria Mauro Biancogli interventi immediati ed urgenti, così come i controlli a tappeto sui cinghiali abbattuti, che da tempo chiediamo, devono ora sicuramente essere fatti e non bastano, di fronte ad uno spettro così grave e rischioso, solo i controlli eseguiti a campione, alla ricerca esclusivamente della Trichinella. Bisogna anche mettere mano definitivamente alla forma di tracciamento della filiera e della commercializzazione dei cinghiali abbattuti. L’altra forte preoccupazione è per il danno d’immagine che questa situazione può creare diventando anche uno strumento di speculazione economica nei confronti del nostro territorio, rischiando di colpire ingiustamente i nostri allevatori che, invece, conducono i loro allevamenti con standard di bio sicurezza molto elevati. Chiediamo, pertanto, da subito di attuare tutte le misure necessarie per monitorare la situazione e contenerla il più possibile.  Inoltre, per difendere i nostri imprenditori, già fortemente colpiti dalla crisi legata alla pandemia, se dovessero generarsi strumentalizzazioni e speculazioni, non esiteremo a fare causa, a richiedere il risarcimento danni ed a costituirci parte civile nei confronti di chi non ha saputo gestire correttamente la problematica del proliferare dei cinghiali e di chi ha avuto la responsabilità di farla degenerare. Non possiamo, però, non riconoscere l’importanza – ha concluso il presidente Biancodell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte Liguria e Valle d’Aosta che, già da mesi, si è reso disponibile ad un tavolo di lavoro, nel quale riponiamo ampia fiducia, proprio sull’emergenza sanitaria causata dalla fauna selvatica”.

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