Autore Redazione
mercoledì
19 Ottobre 2022
05:00
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Cronaca - Alessandria

La lunga attesa per visite ed esami. Azienda Ospedaliera: “Stiamo recuperando ma abbiamo 30 medici in meno rispetto al 2019”

La lunga attesa per visite ed esami. Azienda Ospedaliera: “Stiamo recuperando ma abbiamo 30 medici in meno rispetto al 2019”

PROVINCIA DI ALESSANDRIA – “Da sei mesi un alessandrino, Mino, tenta di trovare “un posto” per una visita oculistica in una delle strutture sanitarie pubbliche della provincia di Alessandria. Un’altra cittadina, Maria, a inizio ottobre si è finalmente sottoposta a un ecocardiogramma che aveva però prenotato a maggio. Maria Grazia, invece, dovrà attendere fino a marzo 2023 per fare un esame ecodoppler agli arti. Sulla pagina Facebook di RadioGold diversi cittadini, nei giorni scorsi, hanno lamentato i “tempi” di visite ed esami, insieme ai disagi legati alle modalità di prenotazione del Cup regionale che, in molti casi, dirotta in strutture a svariati chilometri di distanza per ridurre l’attesa.

Quello delle liste d’attesa è un problema che oggi più che mai rischia di diventare un’emergenza sociale. In un quotidiano dove tutto aumenta, dalla luce al gas fino alla spesa alimentare, sempre più persone potrebbero non riuscire a permettersi esami dai privati.

A dettare “i tempi” di visite e prestazioni è lo stesso Ministero della Salute. Per quelle “Urgenti” è prevista un’attesa massima di 72 ore, la classe “B”, ossia Breve, prevede un’attesa massima di 10 giorni, per quella “D”, Differita, sono fissati 30 giorni per le visite e 60 giorni per gli esami e, infine, per la classe “P”, quindi Programmata senza priorità, oggi c’è un massimo di 120 giorni.

L’Azienda Ospedaliera di Alessandria risponde “nei tempi previsti” quando si tratta di prestazioni urgenti e brevi, ha assicurato il Direttore Amministrativo dell’AO Al, Massimo Corona. In base agli ultimi dati, aggiornati proprio a metà ottobre, la risposta dell’Ospedale di Alessandria diventa in alcuni casi decisamente meno tempestiva quando si prenotano esami o visite in classe “D”, quindi Differita”.

Servono ad esempio 494 giorni (circa 16 mesi) per una visita generale Oculista all’Infantile di Alessandria e per la stessa prestazione le prenotazioni risultano al momento sospese all’Ospedale Civile. Sempre al Santi Antonio e Biagio servono poi 240 giorni per un esame del fondo oculare. Nel caso dell’Oculistica, anche per interventi come quello per le cataratte, “i tempi sono lunghi in tutta la regione”, ha precisato il Direttore Amministrativo dell’Azienda Ospedaliera. L’Ospedale di Alessandria in questa specialità sta però scontando anche una netta  riduzione del numero di medici. Dai sette oculisti che prima si spostavano tra Civile e Infantile oggi ne sono rimasti solo 3 che faticano quindi a smaltire appuntamenti che si sono  sono accumulati in agenda durante i lunghi mesi della pandemia.

Il Covid, infatti, continua a farsi sentire. Non solo perché il “virus non è magicamente sparito con la fine dell’emergenza” ma anche perché oggi ospedali e strutture sanitarie pubbliche devono recuperare tutte le visite e gli esami che erano stati sospesi: “E questo, ovviamente, allunga i tempi anche di chi prenota una visita oggi”.

Ancora oggi attendono più di quanto stabilisce il Ministero della Salute anche i cittadini che cercano di prenotare una visita generale alla Pneumologia dell’Ospedale di Alessandria (attesa 119 giorni), chi deve effettuare una visita generale in Cardiologia (114 giorni) e i cittadini che devono sottoporsi a una ecocardiografia (98 giorni). Per l’eco-cardio, ha sottolineato il Direttore Amministrativo dell’Azienda Ospedaliera, i numeri del 2022 sono però gli stessi del 2019: “Non c’è stata, quindi, una riduzione delle prestazioni nonostante i tempi siano dilatati dalle più rigide procedure di sanificazione e dai protocolli per il distanziamento“. Cardiologia, ha spiegato ancora Massimo Corona, è però un’altra delle specialità dove manca personale ma, in questo caso, le criticità dovrebbero ridursi a breve grazie all’assunzione di 3 nuovi medici.

Più lunga del previsto è anche l’attesa per una visita neurochirurgica (119 giorni) e in Neurologia (165 giorni). Qui, però, non c’entra la mancanza di dottori ma “la mole” di interventi. La Neurochirurgia di Alessandria, ha sottolineato Massimo Corona, richiama pazienti anche da fuori regione e in questa specialità ci sono tutta una serie di prestazioni ambulatoriali nel post-operatorio che riempiono le agende e fanno slittare le prenotazioni di altri pazienti.

“Già dallo scorso mese di aprile” l’Ospedale di Alessandria ha comunque iniziato a “recuperare” il terreno perso nei due anni di pandemia e da settembre ha ulteriormente “ampliato l’agenda degli appuntamenti anche per ridurre gli oltre tre mesi di tempo oggi necessari per una visita generale in Gastroenterologia (114 giorni), per abbassare l’attesa di 91 giorni per una visita generale in Ostetricia e Ginecologia e i 92 giorni per un elettroencefalogramma, tutte sempre differibili. Decisamente da ridurre sono anche gli oltre quattro mesi di attesa per una endoscopia in classe “D” dell’intestino tenue e per una biopsia di una o più sedi di esofago, stomaco e duodeno (134 giorni) e i circa 7 mesi per una colonscopia con endoscopio flessibile (217 giorni).

Da aprile a settembre 2022 abbiamo erogato il 118% delle prestazioni del 2019 e questo nonostante oggi ci siano 30 medici in meno rispetto a 3 anni fa e tempi di erogazione siano dilatati dalle procedure per il covid. Questo è stato possibile grazie alla disponibilità e al lavoro extra del personale medico e infermieristico. Accelerare diventa però complicato quando mancano i medici : “E non perché non vengano banditi i concorsi, anzi“, ha puntualizzato il Direttore Amministrativo.

L’Azienda Ospedaliera di Alessandria stenderebbe anche “un tappeto rosso” in caso di ingresso di nuovi medici in ospedale. Il problema, però, è che i professionisti, e in particolare oculisti, psichiatri, ortopedici pediatri ma anche anestesisti e medici del Pronto Soccorso, oggi preferiscono altre “offerte” rispetto a quelle che può avanzare un’azienda sanitaria pubblica. “In Pronto Soccorso, ad esempio,  oggi abbiamo 8 medici interni a fronte dei 21 che dovrebbero essere. I medici delle cooperative si occupano di gestire solo i codici bianchi e verdi quindi quando arrivano in Pronto soccorso pazienti con codice dal giallo in su sono i nostri strutturati a seguirli. E, ovviamente, questo impatta su tutto l’ospedale. Se un nostro professionista è in Pronto Soccorso non può essere contemporaneamente anche in reparto o in ambulatorio e questo incide sui tempi di attesa di chi prenota visite ed esami“.

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