Autore Redazione
mercoledì
26 Ottobre 2022
05:00
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Cronaca - Alessandria

Liste d’attesa. Cirio: “Per prestazioni non urgenti attesa media di 38 giorni. E per la metà si aspetta meno del 2018”

Liste d’attesa. Cirio: “Per prestazioni non urgenti attesa media di 38 giorni. E per la metà si aspetta meno del 2018”

PIEMONTE – “Fa sempre più rumore un albero che cade di una foresta che cresce“. Il Governatore del Piemonte, Alberto Cirio, ha citato l’aforisma di Lao Tzu per commentare gli ultimi dati del piano straordinario di recupero delle liste d’attesa della Regione. La “foresta che cresce”, in questo caso, è il numero delle prestazioni e relativa di risposta delle strutture sanitarie del Piemonte alle richieste di prenotazioni di visite ed esami. “L’albero che cade” sono, invece, i casi dei cittadini lamentano attese ben oltre gli standard ministeriali.

I numeri  analizzati dal Governatore, insieme all’Assessore Regionale alla sanità, Luigi Icardi, certificano  la ripresa delle prestazioni nelle aziende sanitarie piemontesi. Il quotidiano di chi deve prenotare un controllo o un intervento o, almeno il quotidiano dei cittadini della provincia di Alessandria che hanno scritto a RadioGold, continua però a raccontare di parecchi “alberi” caduti, ossia di attese anche di mesi per ecografie, colonscopie o esami del fondo oculare, giusto per citarne alcuni.

Quello delle liste d’attesa è un problema che in Piemonte si trascina “almeno dal 2013″ e su cui hanno poi impattato i due anni di pandemia. “Non è che oggi i problemi non ci siano più e che tutto funzioni bene” ha puntualizzato Cirio. In Piemonte c’è ancora il problema della “carenza di medici” e di strutture in molti casi “vetuste” ma rispetto a “come si erogava la sanità nel 2018 il Governatore oggi si dice “soddisfatto“.

La Regione ha deciso di seguire “un modello scientifico” che l’ha portata anche a investire 3 milioni di euro per potenziare il Cup. Il Centro unico di prenotazione, che fa tribolare anche più di un alessandrino, è “un’eredità della Giunta Chiamparino” che durante la pandemia ha mostrato i suoi “limiti”, ha sottolineato Cirio. Per superarli, la Regione ha ampliato e “rivoluzionato” le agende, grazie alle strutture private che hanno aperto le loro agende al pubblico, e ha incrementato il numero degli operatori del Cup, oggi un centinaio, che gestiscono quasi 100 mila chiamate a settimana (4 milioni all’anno contro le 2,5 milioni iniziali).

Con il piano straordinario di recupero delle liste d’attesa da 50 milioni di euro, la Regione ha puntato i riflettori sulle aziende sanitarie e sta monitorando “settimanalmente” il loro lavoro attraverso il “cruscotto” già sperimento durante la campagna vaccinale.

Il primo obiettivo del piano era di recuperare il 30% delle liste d’attesa sulle prestazioni ambulatoriali di 1°accesso entro giugno: “E siamo arrivati al 40%” ha evidenziato con soddisfazione il Governatore del Piemonte.

Settembre era poi la scadenza avviare la piattaforma per la presa in carico attiva delle prescrizioni di 1° accesso per mammografie e visite cardiologiche, scelte come prestazioni pilota. La scorsa settimana, hanno spiegato il Governatore Cirio e l’assessore Icardi, sono stati inviati i primi messaggi con gli appuntamenti per prestazioni brevi, ed entro novembre partiranno anche i messaggi per le visite in classe D, che prevedono tempi da 30 a 60 giorni. In caso di 1° accesso per mammografie o visite cardiologiche, quindi, non sarà più necessario continuare a chiamare per fissare un appuntamento. Se alla prima richiesta il Cup non troverà subito un posto sarà il sistema di prenotazione a inviare al paziente un sms con data, luogo e ora dell’appuntamento in una delle strutture sanitarie pubbliche piemontesi, o in quelle convenzionate: “Che sarà nell’area dell’Asl del cittadino e rispetterà i tempi previsti dalla classe di priorità dell’impegnativa”, ha assicurato la Regione.

Sarà comunque possibile modificare o annullare l’appuntamento attraverso gli sportelli Cup delle aziende sanitarie, chiamando il numero verde 800.000.500 (da lunedì a domenica dalle 8 alle 20) oppure online sul sito Salute Piemonte (con tessera sanitaria e numero impegnativa o codice fiscale, anche senza Spid).

Prossimo obiettivo della Regione è di recuperare l’intera produzione sanitaria del 2019, quindi pre-covid, entro la fine di questo 2022.

Per quanto riguarda i ricoveri programmati, nei primi 8 mesi di quest’anno ne sono stati eseguiti 116 mila rispetto ai 132 mila dello stesso periodo del 2019. Rispetto al 2021 i ricoveri sono stati 21 mila in più, di cui 14 mila recuperati tra aprile ed agosto di quest’anno e l’obiettivo è ora di arrivare ai 201.200 ricoveri del 2019 entro fine anno.

Per i ricoveri programmati di classe 1 (maggiori, di chirurgia oncologica e trapianti) si sono già superati i livelli pre-pandemia. Gli interventi in questo 2022 sono già stati 12.454 rispetto agli 11.998 del 2019, con un recupero del 104%. Per quelli di classe 2 (correlati a patologie di rilievo) il recupero è del 96% (32.794 contro 34.259 del 2019), su quelli di classe 3 (patologie di minore complessità) il recupero è del 93% (30.172 contro i 32.546 del 2019).

Per le visite e le prestazioni ambulatoriali di primo accesso nei primi mesi del 2022 si è arrivati a quota 2,4 milioni, 111 mila in più del 2021 e ora l’obiettivo è di tornare ai 3 milioni del 2019.

Il Piemonte ha recuperato terreno anche sul fronte degli screening oncologici, 303 mila da gennaio a settembre, con un recupero del 97% rispetto ai 313.000 dello stesso periodo 2019. In particolare, sugli screening al seno il recupero nei primi 9 mesi è del 96%, su quelli all’utero del 98,5% e per  colon retto del 96,5%.

Per quanto riguarda i  tempi di attesa per le 42 prestazioni (non urgenti) di riferimento del Piano nazionale fornite dalle Aziende sanitarie locali (tra le quali ad esempio colonscopia, ecografia addome, elettrocardiogramma da sforzo, fondo oculare, mammografia, spirometria, visita cardiologica, visita chirurgia vascolare, visita oculistica, visita pneumologica) i dati dei primi nove mesi del 2022 registrano una media di 38 giorni,uguale a quella del 2018″. Su 20 prestazioni il tempo medio d’attesa nel 2022 è inferiore a quello del 2018 di 5 giorni. Per le restanti 22 “si sta recuperando” ma lo scostamento, ha precisato Cirio, è comunque mediamente inferiore a 8 giorni.

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