Autore Redazione
giovedì
14 Gennaio 2016
23:00
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Cronaca - Piemonte

Il 20 gennaio il nuovo processo per la strage dell’A26. I familiari delle vittime della strada scrivono alla Corte d’Appello

Il 20 gennaio il nuovo processo per la strage dell’A26. I familiari delle vittime della strada scrivono alla Corte d’Appello

TORINO – Si terrà il 20 gennaio il processo in Corte d’Appello nei confronti di Ilir Beti, l’imprenditore albanese che nella notte dell’11 agosto 2011 guidò ubriaco contromano per 30 chilometri sull’A26 fino a scontrarsi frontalmente, all’altezza di Ovada, con l’auto di cinque francesi, uccidendone quattro: Elsa Desliens, Vincent Lorin, Julien Raymond e  Audrey Reynard.

Annullata con rinvio dalla Cassazione la maxi-condanna a 21 anni di reclusione per omicidio volontario con dolo eventuale, Ilir Beti affronterà ora un nuovo processo. In vista dell’udienza, l’Associazione italiana familiari e vittime della strada (Aifvs) ha deciso di scrivere al Presidente della Corte d’Appello di Torino. Nella lettera aperta, cui hanno aderito anche le Fondazioni “Luigi Guccione”,  “Elisabetta e MariaChiara Casini onlus” e “Giustizia per le strade Davide Scarfeo onlus”, la presidente dell’Aifvs, Giuseppa Cassaniti Mastrojeni a nome di tutti i membri dell’associazione, ha rimarcato la necessità di rimanere “coerenti all’orientamento dato dalla Cassazione”, che aveva riconosciuto la colpa ma non il dolo, per ottenere una sentenza che renda  “giustizia alle vittime, alle famiglie, alla società”.

Di seguito la lettera:

llir Beti il  13 agosto 2011 ha ucciso sulla A 26 quattro giovani francesi, guidando per  30 km contromano in stato di ebbrezza e con eccesso di velocità.

La Cassazione, nel riconoscere non il  dolo ma la  colpa, ha rinviato il  processo alla Corte d’Appello, affermando con il  Procuratore Generale Gabriele Mazzetta che “la categoria della colpa non è residuale nel diritto e se applicata in un caso così estremo avrebbe consentito di infliggere la stessa condanna comminata all’imputato con tutte  le aggravanti possibili, senza forzare la categoria del dolo”.

L’AIFVS si attende che in Corte d’Appello a Torino il 20 gennaio prossimo i magistrati sappiano essere coerenti con l’orientamento dato dalla Cassazione in ordine alla pena, perché la stessa sia applicata al massimo e sia comprensiva di tutte le aggravanti in un  caso così estremo.

Ci attendiamo che questo processo dimostri un reale cambiamento di passo nell’amministrazione della giustizia, e risponda alle istanze sociali di affermazione della legalità e del rispetto dei diritti umani fondamentali, la vita e la salute.

La giustizia rivolga, pertanto, particolare attenzione sia al peso umano della strage -quattro giovani uccisi, quattro famiglie private dei loro figli – e sia alla gravità delle  trasgressioni che l’hanno determinata, e contribuisca, con la deterrenza legata alla congrua applicazione della pena, a prevenire la strage stradale.

Siamo certi che la S.V., nell’affidare il gravissimo caso alla sezione giudicante, saprà dare  il giusto rilievo alle indicazioni della Cassazione perché i giudici diano ad esse risposte coerenti, per rendere giustizia alle vittime, alle famiglie, alla società”.

 

 

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