Autore Redazione
sabato
14 Maggio 2016
19:05
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Cronaca - Alessandria

Due cellulari nella cella di un detenuto nella casa circondariale di Alessandria

Due cellulari nella cella di un detenuto nella casa circondariale di Alessandria

ALESSANDRIA – Una perquisizione nella Casa circondariale di Alessandria compiuta dagli uomini della Polizia Penitenziaria ha permesso di recuperare due telefoni cellulari nella cella di un detenuto sudamericano. Lo ha riferito Donato Capece, Segretario Generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE.

I cellulari sono stati trovati occultati sotto una piastrella del bagno di una cella occupata da un detenuto sudamericano. Gli apparecchi sono stati sequestrati e se n’è data notizia agli uffici dipartimentali e regionali e all’Autorità Giudiziaria. Al Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria chiediamo interventi concreti come, ad esempio, la dotazione ai Reparti di Polizia Penitenziaria di adeguata strumentazione tecnologica per contrastare l’indebito uso di telefoni cellulari o altra strumentazione elettronica da parte dei detenuti nei penitenziari italiani – ha agginto il leader nazionale del SAPPE”.

“Il rinvenimento è avvenuto – spiega Vicente Santilli, segretario regionale SAPPE del Piemonte – grazie all’attenzione, allo scrupolo e alla professionalità di Personale di Polizia Penitenziaria in servizio”. Il primo Sindacato della Polizia Penitenziaria informa che nella Casa Circondariale  di Alessandria erano presenti, alla data del 30 aprile scorso, 264 detenuti rispetto ai 230 posti letto regolamentari. Il Reparto di Polizia, invece, che dovrebbe contare una forza di 196 Baschi Azzurri, ne ha effettivamente in forza 140: 56 poliziotti in meno rispetto al previsto.

Con 56 agenti in meno in servizio ed un numero di detenuti maggiore rispetto alla capienza regolamentare è ovvio che il servizio della Polizia Penitenziaria subisce inevitabili conseguenze – ha spiegato Capece. Che ha anche ricordato come “sulla questione relativa all’utilizzo abusivo di telefoni cellulari e di altra strumentazione tecnologica che può permettere comunicazioni non consentite è ormai indifferibile adottare tutti quegli interventi che mettano in grado la Polizia Penitenziaria di contrastare la rapida innovazione tecnologica e la continua miniaturizzazione degli apparecchi, che risultano sempre meno rilevabili con i normali strumenti di controllo“.

“Le carceri sono più sicure assumendo gli Agenti di Polizia Penitenziaria che mancano, finanziando gli interventi necessari, come quelli che consentano di “schermare” gli istituti penitenziari al fine di neutralizzare la possibilità di utilizzo di qualsiasi mezzo di comunicazione non consentito e di dotare tutti i reparti di Polizia Penitenziaria di appositi rilevatori di telefoni cellulari per ristabilire serenità lavorativa ed efficienza istituzionale – ha concluso il leader nazionale del SAPPE Capece”.

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