Autore Redazione
martedì
14 Novembre 2017
01:12
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Politica - Alessandria

La crisi idrica non è più solo un’emergenza: serve progettualità

La siccità di questi mesi impone un ragionamento complessivo per risolvere i problemi idrici. L'assessore Valmaggia: "Non dobbiamo pensare a un libro dei sogni ma a un progetto ambizioso sì".
La crisi idrica non è più solo un’emergenza: serve progettualità

PROVINCIA DI ALESSANDRIA – Prevenzione, progettualità e assunzione comune di responsabilità. Questi i cardini su cui si è incentrato l’affollato seminario di lavoro per amministratori locali organizzato da AMAG Reti Idriche lunedì 13 novembre ad Acqui Terme e dedicato alla recente emergenza idrica che ha colpito la Valle Bormida e l’Alta Langa Astigiana.

Il seminario è stato organizzato per discutere della grave crisi idrica che ha colpito la valle Bormida Alessandrina e la Langa Astigiana. Una situazione ben riassunta da Luca Mercalli, Presidente della Società Meteorologica Italiana e noto divulgatore dei problemi legati al clima e all’ambiente. Mercalli ha sintetizzato quali siano i tre fattori critici che incombono sulla tenuta del nostro ecosistema e, in particolare, della gestione idrica: l’aumento della popolazione mondiale (circa 2 miliardi di persone in più entro il 2050 e il fenomeno migratorio che colpisce anche i Paesi con scarsa natalità quale l’Italia), il deficit tecnologico delle reti e degli acquedotti e la responsabilità individuale di ciascuno di noi. Uno scenario globale con ripercussioni anche per il locale. Mercalli ha infatti ricordato come il 2017, se non interverranno segnali di discontinuità da qui al 31/12, diventerà l’anno più secco in assoluto dal 1915 ad oggi per Acqui Terme. “Ecco perché – ha concluso il climatologo torinese – dobbiamo tutti quanti comprendere come di emergenza in emergenza la crisi climatica è divenuta ormai un fenomeno strutturale che accompagnerà le prossime generazioni e che va affrontata con la massima urgenza”.

L’emergenza climatica deve essere vissuta come un problema che coinvolge tutti e quindi affrontata in modo condiviso, come ha spiegato il Sindaco di Acqui Terme, Lorenzo Lucchini, portando ad esempio “il prezioso lavoro di squadra tra i tecnici“, un pensiero cui si è associato il Sindaco di Alessandria, Gianfranco Cuttica di Revigliasco che ha rimarcato: “se abbiamo contenuto la crisi estiva è grazie al lavoro di coordinamento di Amag ma ora dobbiamo tutti adoperarci per la tutela della falda alessandrina, tenendo a mente quanto sia preziosa”. Una situazione cui ora va aggiunta “la partecipazione anche dei cittadini”. Tutto questo però, ha aggiunto il Presidente della Provincia di Alessandria, Gianfranco Baldi, anche con “interventi strutturali e di sistema visto che “non possiamo più permetterci di sperare soltanto nelle piogge”. 

Il presidente del Gruppo AMAG, Stefano De Capitani, ha rimarcato come la crisi idrica rappresenti un fenomeno tanto strutturale quanto complesso da affrontare: “le 700 aziende di gestione idrica in Italia hanno un problema comune: sono troppo piccole per poter trovare i finanziamenti necessari a investire in tecnologia e, soprattutto, per superare la burocrazia e la complessità nell’accedere ai fondi europei. Occorre lavorare affinché si creino delle reti e delle alleanze in termini di competenze e risorse: solo così riusciremo a superare il gap in termini di acquedotti e reti che attanaglia i nostri territori e la sostenibilità delle infrastrutture”.

I dati della recente crisi idrica nel basso Piemonte e dei costi della gestione li ha esposti l’AD del Gruppo AMAG e Amministratore Unico di AMAG Reti Idriche, Mauro Bressan: 23mila sono stati i metri cubi di acqua trasportati negli oltre 1.800 viaggi compiuti dalle autobotti fino allo scorso 30 ottobre, per un costo di 390mila euro a cui si devono aggiungere circa 60mila Euro per il personale impiegato. “Numeri – ha dichiarato Bressan rivolgendosi all’Assessore regionale all’ambiente Valmaggia e ai rappresentati delle istituzioni – che dimostrano tanto lo sforzo straordinario della nostra azienda, quanto l’insufficienza ad operare da soli”. Bressan ha poi messo in evidenza l’importanza della tenuta del sistema idrico nel basso Piemonte anche alla luce di un rinnovato incremento turistico nei mesi estivi che comporta un’ulteriore assunzione di responsabilità a favore del nostro territorio. Un appello all’Assessore regionale Valmaggia è venuto dal Presidente del Coordinamento delle organizzazioni di Protezione Civile della Provincia di Alessandria, Marco Bologna: “Certamente occorre investire da subito per consolidare il nodo di Cortemilia ma dobbiamo guardare anche ai tempi e per la prossima estate ci servono più autobotti, perché un viaggio in più nelle zone a secco significa una doccia in più o il sostegno essenziale ad allevamenti e produzioni agricole”. Ulteriori dati tecnici sono stati forniti da Adriano Simoni, Responsabile Tecnico di A.ato6, che ha sottoposto alcune possibili azioni di intervento sulle interconnessioni primarie e secondarie, Alberto Maffiotti, Responsabile del Dipartimento Territoriale Piemonte Sud Est di ARPA Piemonte, che ha messo in luce il rischio nel continuare a ricorrere a prelievi di acqua superficiale in quanto soggetta a problemi di tipo chimico e batteriologico, e dal geologo Luigi Foglino che ha ricordato alla platea come oltre al maggior numero di autobotti occorra realisticamente pensare a preservare l’acquifero e la sua qualità. Il dibattito si è concluso con l’intervento dell’Assessore regionale all’Ambiente, Alberto Valmaggia, che ha ricordato come per poter rispondere in modo efficace occorra ricorrere a tutte le fonti di finanziamento esistenti (oltre alla tariffa i fondi europei e nazionali) ma soprattutto servano pianificazione e progettualità: “L’impegno della Regione Piemonte su questo terreno è e sarà a tutto campo. Non dobbiamo pensare a un libro dei sogni ma a un progetto ambizioso sì. La logica deve essere quella di progettare a breve, medio e lungo termine, abbandonando gli interventi di settore per sposare quelli multifunzionali”.

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