Autore Redazione
mercoledì
28 Maggio 2014
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Politica - Casale Monferrato

La prima tranche delle transazioni tra Schmidheiny e i cittadini a sostegno della ricerca contro il mesotelioma

La prima tranche delle transazioni tra Schmidheiny e i cittadini a sostegno della ricerca contro il mesotelioma

Soddisfazione da parte dell’Afeva e dei sindacati, Cgil, Cisl e Uil per il trasferimento all’Unità Funzionale interaziendale degli ospedali di Alessandria e Casale Monferrato del milione e mezzo di euro, frutto delle transazioni risarcitorie tra il magnate svizzero Stephan Schmidheiny e privati cittadini, soprattutto casalesi. La somma, prima tranche dei circa 4.5 milioni di euro accantonati, permetterà di rendere ancora più saldo il fronte della lotta al mesotelioma. Il milione e mezzo di euro, hanno spiegato Afeva e sindacati, servirà infatti a “stabilizzare” il personale dell’Unità Funzionale interaziendale diretta dall’oncologa Federica Grosso, in convenzione con l’Università di Torino ed in rete con i centri d’eccellenza in linea con il Piano Nazionale Amianto – Conferenza Governativa di Venezia 2012. Le risorse, hanno aggiunto, permetteranno quindi di caratterizzare il territorio come “centro d’eccellenza e di riferimento per tutto il percorso relativo alla cura del mesotelioma e per la gestione di nuovi protocolli di cura”.

Questa nostra impostazione (per agganciare la nostra Sanità alla Ricerca) – hanno aggiunto Afeva e sindacati – aveva già visto un primo avvio nel 2008 con l’ASL (Direttore Zanetta) e l’Assessorato Regionale alla Sanità (Assessore Artesio), tutto poi inspiegabilmente “bloccato”, compreso il Centro Regionale Amianto per circa 3 anni. Lo scorso anno si è finalmente recuperato un rapporto “virtuoso” con le Istituzioni Regionali e Locali e ricostruita questa progettualità. Si sono così creati i presupposti per la collaborazione con un prestigioso centro di eccellenza come l’Università di Torino, Oncologia, Prof. Scagliotti, il quale coordina la rete.

“La soddisfazione nostra è grande: è quello che ci hanno chiesto di fare i nostri ammalati, i famigliari, i nostri cittadini”.

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