Autore Redazione
mercoledì
22 Luglio 2015
22:00
Condividi
Politica - Alessandria

Obiettivo 5000 firme per dire “no” allo smarino nelle cave di Alessandria

Obiettivo 5000 firme per dire “no” allo smarino nelle cave di Alessandria

ALESSANDRIA – Anche “Crescere Insieme” e “Anpana” hanno deciso di appoggiare la raccolta firme lanciata nei giorni scorsi dall’associazione politico-culturale “Led”, Laboratorio di Energie per il domani, per impedire l’utilizzo delle cave alessandrine per il Terzo Valico (clicca QUI per la notizia) . La campagna di sensibilizzazione, ha ricordato Gianni Ivaldi di Led, punta a far revocare le delibere con cui la Giunta di Alessandria, a maggio, ha dato il via libera all’arrivo di camion carichi di detriti in tre cave a Spinetta e a Cascina Clara e Buona al quartiere Cristo.

Cave molto vicine ai pozzi e alle riserve idriche da cui attinge l’acquedotto alessandrino, ha ricordato Ivaldi, stigmatizzando i possibili rischi di contaminazione delle acque. Quattro, ha spiegato l’esponente di Led, potrebbero essere gli inquinanti presenti nello smarino in arrivo dal Terzo valico. Dall’amianto presente “in natura” nelle rocce, agli schiumogeni utilizzati per gli scavi effettuati con la “talpa” meccanica, fino ai rischi legati alla presenza di altri inquinanti “illegalmente” sversati in cava insieme allo smarino. L’enorme quantità di nuovi detriti potrebbe inoltre “definitivamente seppellire” rifiuti pericolosi già eventualmente  gettati nelle cave. Una possibilità da non sottovalutare, ha aggiunto Ivaldi, soprattutto alla luce della recente inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Torino che ha investito anche la provincia di Alessandria. Prima “di trasformare le cave alessandrine in quattro discariche” , per  Ivaldi l’amministrazione avrebbe dovuto “confrontarsi con gli alessandrini”.Anche se alcune scelte sono imposte, il sindaco poteva scegliere insieme ai cittadini di opporsi e fare una battaglia in difesa dell’ambiente e della salute“.

La parola “insieme”, secondo Vincenzo Costantino dell’associazione “Crescere Insieme” è però rimasta “solo uno slogan” utilizzato in campagna elettorale dal primo cittadino di Alessandria. Determinata a “informare” i cittadini, l’associazione ha quindi deciso di “mobilitarsi” e aderire alla raccolta firme. Un impegno condiviso anche da “Anpana” ha spiegato Marco Castelli. L’associazione ha già  “diffidato” l’amministrazione comunale di Alessandria dall’autorizzare sversamenti di rocce e pietre in quelle che oggi non sono più cave, ha precisato, ma “zone umide”, ossia stagni e laghi, fondamentali per “l‘equilibrio” del fiume. Le rassicurazioni arrivate all’associazione da Provincia e Comune di Alessandria in merito ai futuri controlli di Arpa non bastano ad Anpana, ha sottolineato Castelli, perchè l’Agenzia Regionale per l’Ambiente avrebbe lamentato con la stessa associazione la mancata disponibilità di carotatori, ruspe ed escavatori, attrezzature necessarie per cercare anche in profondità l’eventuale presenza di rifiuti. Per le tre associazioni, quindi, bisogna “bloccare tutto” e avviare una caratterizzazione e uno studio ambientale dei siti. Non si può “andare avanti alla cieca” soprattutto Alessandria, ha spiegato Andrea Villa di Led. La città, ha ricordato, è già circondata da discariche e da rifiuti, che con lo smarino del Terzo valico potrebbero arrivare a quota “4 milioni“.

Affiancata ora anche da Crescere Insieme e Anpana, l’associazione Led ha quindi alzato l’obiettivo della raccolta firme portandolo a 5000 sottoscrizioni. La petizione per ora è partita sui social, dalla pagina Facebook di  Led e presto anche su quelle di Anpana e Crescere Insieme, ma da settembre le tre associazioni scenderanno nelle piazze per parlare a “quattr’occhi con i cittadini”.

Condividi