Autore Redazione
martedì
22 Febbraio 2022
17:29
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Politica - Novi Ligure

Crisi Pernigotti, Pd: “Sindaco chieda apertura tavolo di crisi al Ministero. Basta mediazioni”

Crisi Pernigotti, Pd: “Sindaco chieda apertura tavolo di crisi al Ministero. Basta mediazioni”

NOVI LIGURE – Nella serata di lunedì il consiglio comunale di Novi Ligure ha interrotto i suoi lavori per ascoltare le importanti parole dei rappresentanti dei lavoratori della Pernigotti. “A oltre tre anni di distanza dall’apertura della crisi dello storico stabilimento novese” ha sottolineato il Partito Democratico “crediamo sia finita la pazienza dei lavoratori e della città”.

«Non si può continuare a prendere in giro i lavoratori – ha detto il consigliere Dem Rocchino Mulieree non si può prendere in giro una Città che dall’inizio si è schierata a fianco dei lavoratori e della loro lotta. Come hanno detto i rappresentati sindacali, non è più tempo di aspettare e non ci sono più spazi per la mediazione. I fratelli Toksoz, proprietari dell’azienda e del marchio, hanno dimostrato di non essere in grado di portare avanti il marchio, che è patrimonio storico e culturale della città di Novi Ligure. Avevano promesso un piano industriale, e invece sono riusciti solo a distruggere la capacità produttiva dell’azienda e a vendere i rami dell’azienda più redditizi, a partire dal settore gelati. E’ ora che vendano la Pernigotti a imprenditori capaci».

Nel corso del consiglio comunale il Sindaco di Novi Ligure Gian Paolo Cabella ha sottolineato di aver scritto al Ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti, ma di non aver ancora avuto risposta. «Non è più il momento delle mediazioni, non c’è più il tempo per ulteriori rinvii. Abbiamo chiesto al Sindaco di attivare immediatamente la richiesta dell’apertura di un tavolo di crisi presso il Ministero dello sviluppo economico – ha detto il consigliere Dem Luca Patelli, ex dipendente Pernigotti – Siamo convinti che il marchio Pernigotti ha ancora un futuro, ma non nelle mani dell’attuale proprietà. La cassa integrazione era stata concessa a condizione che ci fosse il rilancio dell’azienda: si era parlato di rinnovamento energetico dello stabilimento e nuove linee di produzione. Tutto questo non è avvenuto».

“Invece che preoccuparsi del futuro dello stabilimento Pernigotti, nella seduta consigliare i consiglieri leghisti di Novi hanno cercato di far approvare il gemellaggio con una città russa, senza
rendersi conto di quanto questo sia inopportuno in questo drammatico momento storico” ha sottolineato il partito di minoranza.

«Nei mesi passati abbiamo constatato l’inazione del Mise in molte vertenze, su tutte quella delle officine meccaniche Cerutti- hanno detto il segretario provinciale del Pd Otello Marilli e il responsabile Economia e Lavoro del Pd Provinciale Giorgio LaguzziIl ministro cambi marcia e atteggiamento e si adoperi rapidamente per tutelare un marchio storico dell’industria dolciaria italiana. I suoi colleghi di partito a livello locale, a partire dal sindaco, dovrebbero incalzarlo su questo invece di giocare alla geopolitica dal lato sbagliato della storia. Ricordiamo che il 24 novembre scorso, presso il MISE alla presenza del Ministro Giancarlo Giorgetti, gli attuali proprietari, i fratelli Toksos si erano impegnati ad iniziare un piano di investimenti atto a potenziare gli impianti dello stabilimento e a migliorare il piano commerciale. Da allora era atteso un secondo tavolo nel mese di Gennaio, il quale però non si è mai concretizzato. La situazione desta particolare preoccupazione perché pare sempre più palese un generale disinteresse dell’attuale proprietà turca allo stabilimento novese, e la probabile volontà di arrivare a Giugno con la scadenza della cassa integrazione ad una vera e propria chiusura della sede, col fine di delocalizzare altrove la produzione mantenendo il prestigioso marchio novese e attuando il licenziamento dei lavoratori. Riteniamo sia giunto il momento di arrivare al dunque nel tavolo romano e che la azienda Pernigotti possa tornare nella mani di una proprietà che creda davvero nel rilancio del marchio e della produzione sul territorio novese, mettendo al primo posto solidità degli investimenti, oltre che coinvolgimento e tutela dei lavoratori. Per questo è urgente che il MiSE cambi marcia rispetto al recente passato e che abbandoni l’immobilismo che abbiamo purtroppo osservato in recenti vertenze sul nostro territorio come quella delle officine meccaniche Cerutti. Lo Stato deve intervenire per salvaguardare un marchio storico dell’industria dolciaria italiana e di fronte a quella che in questi anni è stata una battaglia di tutta la comunità novese le istituzioni non possono girarsi dall’altra parte”.

“Siamo convinti che sia necessaria oggi una nuova mobilitazione generale della città e delle forze politiche nazionali. I turchi stanno facendo di tutto per arrivare indenni a giugno, mese in cui
scadrà la cassa integrazione, per continuare con il loro piano originario ovvero chiudere tutto e tenersi il marchio per produrre all’estero”.

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