Autore Redazione
venerdì
2 Ottobre 2015
22:00
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Politica - Alessandria

Il sindaco Rossa dice “no” a Forza Nuova. Il movimento politico ribatte: “non è tollerante e democratica con chi la pensa diversamente”

Il sindaco Rossa dice “no” a Forza Nuova. Il movimento politico ribatte: “non è tollerante e democratica con chi la pensa diversamente”

AGGIORNAMENTO – Le polemiche di ieri pomeriggio tra il sindaco di Alessandria Rita Rossa, e Forza Nuova, non sono ancora terminate. Il primo cittadino, come potete leggere sotto questo aggiornamento, ha spiegato il perché della mancata concessione della sala all’ex Taglieria del Pelo, una posizione però contestata dalla Federazione alessandrina di Forza Nuova in un comunicato in cui il movimento politico spiega di non aver “gradito le risposte fornite” e di essereindignato per quanto accaduto nelle ultime ore“. 

Secondo i dirigenti del movimento, che hanno presentato alcuni giorni fa la richiesta di usare la sala comunale della Taglieria del pelo per un congresso regionale dibattendo riguardo alla teoria gender che sta spaccando il paese in due “il sindaco Rita Rossa non si è limitata solamente a negare l’utilizzo di un locale pubblico a un partito politico nato nel 1997, presente in tutta Italia con migliaia di militanti, legale e riconosciuto dalla repubblica italiana, ma ha pensato bene anche di diffamarlo pubblicamente commentando in un post apparso poche ore fa sulla sua pagina Facebook che Forza Nuova è “…chiaramente ispirata a posizioni omofobe e discriminatorie.” Nella giornata di giovedì 1 ottobre un dirigente della federazione ha avuto un incontro privato con il sindaco di circa 30 minuti chiedendo spiegazioni riguardo il negato utilizzo della sala e fornendone altrettante in risposta alle accuse mosse dal sindaco nei confronti del movimento, le stesse riportate poco fa sulla sua pagina Facebook. Forza Nuova Alessandria non resterà in silenzio a subire gli attacchi di un sistema marcio e corrotto, nel quale appare evidente come la libertà di espressione non è valida per tutti dal momento che, se in disaccordo con alcune questioni, si viene etichettati come omofobi, razzisti o peggio, e discriminati in pubblico senza ritegno. Vorremmo ricordare la statistica dell’indice di gradimento dei sindaci italiani, apparsa non molto tempo fa su “Il Sole 24 Ore”, secondo la quale il sindaco di Alessandria Rita Rossa si conferma ultima in classifica: in altre parole gli alessandrini la ritengono persona sgradita. Chi riveste la carica di sindaco, e rappresenta un’istituzione democratica, dovrebbe essere tollerante e democratico anche nei confronti di chi non la pensa come lui, come possono essere gli avversari politici. Ci domandiamo a questo punto se le sue parole sono frutto di un passeggero malore o del suo ignorare totalmente il compito istituzionale per cui i suoi cittadini l’hanno voluta seduta su quella sedia traballante.”

ALESSANDRIA – “Non tutti i palchi possono essere utilizzati, specie se pubblici, se si propugnano idee esplicitamente discriminatorie”. A esserne fermamente convinta è il sindaco di Alessandria, Rita Rossa, che per negli ultimi giorni ha negato l’utilizzo della sala comunale all’ex Taglieria del Pelo per due eventi organizzati da Forza Nuova. Il “no” del primo cittadino, però, ha prima scatenato la contestazione da parte di un esponente del movimento politico durante la seduta del Consiglio Comunale di venerdì e poi una ridda di post su facebook, dove lo stesso sindaco ha spiegato le ragioni della mancata autorizzazione all’utilizzo della sala comunale. “Le posizioni di Forza Nuova – ha evidenziato il sindaco – sono discriminatorie, omofobe e fasciste. I luoghi pubblici delle Istituzioni democratiche non possono ospitare movimenti che hanno posizioni, per quanto mi riguarda, anticostituzionali”.  Su facebook , ha aggiunto Rita Rossa, “mi hanno accusato di aver negato l’utilizzo della sala per posizioni personale nei confronti di un movimento politico d’opposizione. Non è così. La sala è a disposizione di tutte le forze e correnti politiche, ma non di movimenti che fanno della discriminazione delle minoranze la loro politica”.

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