Autore Redazione
giovedì
23 Giugno 2016
12:43
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Politica - Casale Monferrato

Sirchia alla Palazzetti su oncologia: “dia forza alla protesta rinunciando alla carica di presidente conferenza sindaci”

Sirchia alla Palazzetti su oncologia: “dia forza alla protesta rinunciando alla carica di presidente conferenza sindaci”

CASALE MONFERRATO – L’invito alla chiarezza del sindaco Titti Palazzetti sulla questione oncologia a Casale Monferrato ha suscitato l’immediata reazione dell’opposizione che, da settimane, richiedeva una presa di posizione sull’argomento. Nicola Sicrchia, consigliere comunale di Forza Italia, però pretende di più dal primo cittadino, per evitare che le sue dichiarazioni rimangano solo un “tardivo” recupero: “c’è un vecchio proverbio piemontese che dice: ‘dopo tre fette si accorgono che era polenta’. Il sindaco in questi mesi ha dovuto mangiare molte più fette su vari argomenti prima di accorgersi dei problemi della città. Sulla questione sanità lei è sempre stata assente se non addirittura contraria. Leggiamo oggi questa sua inversione di marcia e vedremo quali saranno i suoi atteggiamenti e soprattutto gli atti concreti. Se finalmente si rende conto dell’esistenza di un problema grave sul suo territorio sia benvenuto questo cambio.

La lettera aperta sicuramente però non basterà, ha aggiunto ancora Nicola Sirchia: “siamo molto in ritardo sulla questione oncologia. Si cerca di chiudere le porte della stalla quando i buoi sono fuggiti. Adesso il sindaco faccia capire se si tratta di una mossa dovuta al disappunto della città o se c’è qualcosa di concreto. Lei è stata nominata da presidente della conferenza dei sindaci dell’Asl e da molte parti questa carica è stata letta come una compensazione per il silenzio di questi mesi. Ebbene si dimetta da questa carica, faccia capire che tiene più a Casale che alle poltrone. Faccia capire che la sua virata è a favore di Casale e contro i torti subiti dalla città e tutti insieme potremo lottare per migliorare la situazione casalese. È l’unico modo per dare sostanza a parole che rischiano di essere vuote e in ritardo”.

Sul trasferimento dei letti da oncologia a medicina intanto l’opposizione ha chiarito anche la netta contrarietà all’atteggiamento della direzione Asl. In una lettera Federico Riboldi, vicepresidente del consiglio comunale, consigliere d’opposizione, ha chiarito in modo netto il fortissimo disappunto per quanto accaduto: “lunedì 20 giugno, come è noto a tutti i cittadini anche tramite la puntuale e coraggiosa informazione offerta dai giornali locali, tutti i malati con gravi patologie tumorali degenti presso il reparto di Oncologia del nostro Ospedale sono stati trasferiti presso il reparto di Medicina, in ossequio ad un ordine impartito dalla Direzione Generale dell’Asl. La sequela degli eventi è stata drammatica, come posso testimoniare direttamente (essendo intervenuti con una delegazione già alle 7.30) e come possono testimoniare i giornalisti presenti ed i familiari coinvolti. Le modalità sono state quelle di un vero e proprio ‘blitz’ militare, effettuato su pazienti con altissima fragilità fisica ed emotiva e sui familiari che li assistevano. Modalità feroci ed indegne in quanto utilizzate nei confronti di soggetti  (malati e familiari) indifesi a causa della ben nota condizione psicologica di subalternità e di ricattabilità nei confronti del “potere” dell’istituzione sanitaria pubblica. A nulla sono valse le vive proteste dei malati e dei loro familiari, e la contestazione dell’ex primario dr. Mario Botta presente in ospedale. Clamorosa, invece, è stata l’assenza del sindaco Palazzetti, impegnata a Palazzo San Giorgio a premiare i migranti coinvolti nel progetto rugby: una tematica che, evidentemente, sta più a cuore al Sindaco. Nell’arco della mattinata e del pomeriggio, mentre eravamo impegnati in una Commissione Sanità convocata d’urgenza, lo spostamento è stato completata, lasciando strascichi di dolore e sofferenza. Ci chiediamo e chiediamo ai cittadini, alle Associazioni e all’Amministrazione locale: come è stato possibile tutto ciò? Come si è passati dalla revoca del provvedimento alla farsa dopo pochissimi giorni, peraltro in surreale concomitanza con l’arrivo del nuovo Primario del reparto ‘fantasma’ di Oncologia? Il Direttore Generale dell’Asl non avrebbe avuto il dovere di intervenire direttamente in loco per parlare, dialogare, rassicurare i malati e i familiari sulla “temporaneità” (si opera) del provvedimento? Il tempo del Direttore Generale, spesso presente in convegni, inaugurazioni è così prezioso da non poter dedicare pochi minuti a cittadini fragili e deboli in un momento di così alta criticità e drammaticità? Si parla tanto di ‘umanizzazione’ della medicina, ma in questo caso siamo stati tutti testimoni di un deplorevolissimo episodio di (dis)umanità.

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