Autore Redazione
giovedì
13 Luglio 2017
05:00
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Politica - Alessandria

Inchiesta sul traffico di rifiuti all’Aral: i primi commenti della politica

Per il M5S "il copione" sulle indagini all'Aral "era già scritto" e ora servono più controlli. "Sospetti" sull’utilizzo della discarica di Castelceriolo li aveva avuti anche l'ex assessore all’Ambiente Claudio Lombardi che nel 2013, ha ricordato il Pd, aveva informato la magistratura e i Carabinieri del Noe
Inchiesta sul traffico di rifiuti all’Aral: i primi commenti della politica

AGGIORNAMENTO –  Dopo il Movimento 5 Stelle e il Pd, anche il Presidente Gruppo Consiliare “Alessandria Migliore” Emanuele Locci è intervenuto con un comunicato sulla vicenda della gestione illecita dei rifiuti che ha coinvolto Aral. Un’inchiesta che ha “confermato le perplessità” manifestate dal consigliere nelle aule istituzionali e nei dibattiti in campagna elettorale “con dovizia di particolari”.

Particolari” che Locci ha ricordato nel suo comunicato, a partire “dall’anomalia dell’utilizzo quasi esclusivo di un unico intermediario commerciale” da parte di Aral. La BPS, una delle due aziende amministrate da Paolo Bonacina, sottoposto ai domiciliari così come il capo impianto dell’Aral di Castelceriolo Giuseppe Esposito. Locci l’aveva fatto presente anche a fine dicembre 2016 durante la votazione del Piano industriale di Aral.Durante lo stesso consiglio comunale ho chiesto anche con una mozione – bocciata di misura dalla maggioranza Rossa che, comunque, si era spaccata in aula – di effettuare un’analisi puntuale nelle aree sottoposte a bonifica della discarica di Castelceriolo, sospettando l’interramento di rifiuti non idonei”.

Il consigliere aveva chiesto spiegazioni anche agli amministratori di Aral durante la Commissione Bilancio del 29 dicembre scorso ma, ha ricordato, non aveva ottenuto risposte. Deciso a chiarire la situazione, l’allora consigliere d’opposizione aveva fatto richiesta di accesso a tutti gli atti legati al rapporto tra Aral, Bps ed Ecosavona srl, quest’ultima l’azienda dove lavorava il broker di 63 anni interdetto per 12 mesi dagli uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese. Al posto della pila di documenti richiesti in mano al consigliere era arrivato solo “un elenco di fatture e alcuni dati allegati”.

Rimarcate tutte le “perplessità” sulla gestione dell’Aral anche in campagna elettorale, dopo l’inchiesta dei Carabinieri del Noe e della Procura di Brescia, il Presidente Gruppo Consiliare “Alessandria Migliore” ora spera che la nuova amministrazione “si impegni per fare chiarezza su diverse questioni ancora in sospeso, come l’errore materiale su un’autorizzazione che creò gravi danni economici all’azienda pubblica e portò la maggioranza Rossa a coprire il deficit con un milione di euro di soldi dei cittadini per cui chiesi con una mozione – bocciata – di trasmettere gli atti alla Procura. Sono soddisfatto che stiano emergendo cose che sospettavo e denunciavo da tempo, probabilmente se fossi stato ascoltato di più da chi governava questa città certe situazioni si sarebbero potute arginare. Ringrazio i Carabinieri del Noe per il loro prezioso lavoro d’indagine”.

 

 

ALESSANDRIA – Poco stupore e tanti “l’avevamo detto” o, quanto meno, “l’avevamo sospettato tra i primi commenti arrivati dopo l’inchiesta del Noe di Milano che ha messo in luce un traffico illecito di rifiuti anche all’Aral di Castelceriolo.

Quanto emerso dalle indagini che hanno portato ai domiciliari Giuseppe Esposito, all’epoca a capo dell’impianto di Castelceriolo, per il Movimento 5 Stelle Alessandria era “già scritto. Nel 2014, quando partivano gli accertamenti dei militari del Nucleo Operativo Ecologico di Milano, gli allora consiglieri pentastellati Domenico Di Filippo e Andrea Cammalleri denunciavano a Palazzo Rosso “preoccupanti zone d’ombra nella gestione di Aral”. La Commissione di indagine composta da alcuni consiglieri comunali e presiedu­ta proprio da Di Fi­lippo, ha ricordato il Movimento 5 Stelle Alessandria, aveva redatto una lunga relazione sugli ultimi anni di gestione dell’Aral segnalando “molte irregolarità”. Tra queste due “particolarmente gravi proprio a Castelceriolo: i mancati controlli su alcuni camion che poi entravano all’interno dell’impianto e il mancato funzionamento dello strumento che, come previsto dalla legge, avrebbe dovuto ril­evare la radioattivi­tà del sito. Irregolarità che per i pentastellati avevano evidenziato “l’impotenza” degli organi politici rispetto al controllo delle partecipate e portato anche alla richiesta di dimissioni dell’allora Cda e direttore di Aral.

“Sospetti” sull’utilizzo della discarica di Castelceriolo dell’Aral li aveva avuti, però, anche l’amministrazione di centro sinistra guidata dal sindaco Rita Rossa, ha ricordato il Pd. Nel 2013 l’allora assessore all’Ambiente Claudio Lombardi aveva informato la magistratura e i Carabinieri del Noe di quegli “strani conferimenti di materiale” nella discarica di Castelceriolo, all’epoca già chiusa. Una segnalazione corredata anche dalle foto dei mezzi che entravano e uscivano dall’impianto. Di quegli esposti l’assessore aveva poi parlato pubblicamente durante la Commissione Ambiente che si era tenuta a ottobre 2013 in Comune e anche successivamente, per rispondere a due interpellanze presentate sull’argomento. Chieste anche più volte risposte anche ad Arpa, la passata amministrazione era stata sempre rimbalzata perché c’erano, appunto, indagini in corso. Accertamenti che nei giorni scorsi hanno portato a quello che il Pd di Alessandria ha definito “un primo temporaneo epilogo” alla vicenda dei sospetti sull’utilizzo della discarica di Castelceriolo dell’Aral.

La notizia dei 2 arresti, il sequestro preventivo di tre aziende di trasporto, di cui due della provincia, e le 26 persone indagate, in effetti, conferma i “sospetti” ma non risponde a molte domande, a partite dalle conseguenze ambientali di questo traffico illecito di rifiuti da 10 milioni di euro. Gli accertamenti degli inquirenti, ovviamente, sono tutt’altro che finiti e ora verranno effettuati anche i controlli sui siti dove sono stati interrati i rifiuti non trattati ai sensi della legge.

In attesa di eventuali sviluppi dell’indagine, il Pd ha intanto chiesto al cda di Aral di relazionare gli Enti pubblici soci della partecipata così da adottare tutti i provvedimenti in grado di ripristinare “legalità e trasparenza

Si è invece rivolto al sindaco Cuttica di Revigliasco il Movimento 5 Stelle di Alessandria, invocando “un netto cambio di rotta” rispetto a quello che ha definito il “modus operandi in tema rifiuti e discariche” della precedente amministrazione. “Ambiente e salute non sono temi procrastinabili” hanno sottolineato i neo consiglieri Michelangelo Serra e Francesco Gentiluomo, su questi temi pronti a “un’opposizione serrata” per “interrompere subito il processo di trasformazione di Alessandria nella pattumiera d’Italia“.

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