Autore Redazione
giovedì
14 Settembre 2017
05:00
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Politica - Acqui Terme - Alessandria

La siccità nell’Alessandrino costa 30 milioni

Solo per il trasporto di acqua potabile nei comuni alessandrini travolti dalla crisi idrica, l'Ato6 durante l'estate ha speso 25 mila euro al giorno
La siccità nell’Alessandrino costa 30 milioni

PROVINCIA DI ALESSANDRIA – Serviranno dai 25 ai 30 milioni di euro per ripristinare i danni causati dalla siccità nell’Alessandrino. Come riferito durante l’ultima seduta del Consiglio regionale dall’assessore all’ambiente Alberto Valmaggia, la zona più compromessa dalle lunghe settimane senza pioggia è stata proprio quella dei bacini dell’Alto Tanaro, Bormida e Scrivia-Curone, “in siccità estrema“.

Solo per il trasporto di acqua potabile nei comuni alessandrini travolti dalla crisi idrica, l’Ato6 durante l’estate ha speso 25 mila euro al giorno. A questa spesa vanno però aggiunti i finanziamenti necessari a mettere in sicurezza i sistemi di approvvigionamento idrico che fanno schizzare il conto fino agli stimati 30 milioni di euro.

L’emergenza, oltretutto, non ha risparmiato gli altri territori piemontesi. Come già fatto dalla Provincia di Alessandria, negli ultimi giorni anche dall’astigiano è arrivata la formale richiesta di dichiarazione dello stato di emergenza, in particolare per la zona della Langa. La ripresa delle precipitazioni a settembre ha migliorato la situazione in quasi tutti i bacini piemontesi ma tante sono state le criticità fronteggiate nelle passate settimane dai cittadini e agricoltori. Problemi, secondo la relazione dell’assessore Valmaggia, ascrivibili soprattutto “alla vetustà delle reti di distribuzione ed agli elevati livelli di perdite, in alcuni casi oltre il 30 per cento.

Come sottolineato dall’assessore Alberto Valmaggia è quindi “necessario pensare a interventi strutturali per tutto il servizio idrico piemontese che ha ampi margini di miglioramento”.

Durante il dibattito i consiglieri regionali del centrosinistra hanno appoggiato la richiesta di stato di emergenza e chiesto di rinviare la discussione in Commissione per permettere agli organismi tecnici di elaborare tutte le possibili soluzioni e gli interventi da realizzare rapidamente. La politica potrà così mettere in ordine le priorità” hanno sottolineato.

Dispiaciuto” del “risicato” tempo dedicato dalla Regione all’emergenza idrica nell’Alessandrino, il consigliere di MdP Valter Ottria ha sollecitato “una soluzione definitiva” al problema, “anche preservando l’acqua presente nelle falde e rendendola disponibile ad un numero più ampio di persone”.In tempi molto rapidi – ha proposto Ottria – si potrebbe intervenire anche come proposto dal comune di Ponzone raddoppiando l’invaso del bric Berton, un’opera realizzabile in tempi brevi e a costi contenuti appoggiando l’iniziativa del Sindaco Fabrizio Ivaldi.  Poi però Regione e Governo dovranno fare la loro parte facendo partire da subito il via al tavolo congiunto tra il territorio e la Regione per sviluppare progetti (in parte già studiati negli anni da Ato) che garantiscano un approvvigionamento continuo e regolare dell’intera area alessandrina e astigiana ora in difficoltà

Favorevole all’apertura di un tavolo di lavoro il consigliere regionale di Forza Italia Massimo Berutti, convinto dell’importanza di “un  piano strategico straordinario di investimenti per tamponare e adattare il nostro territorio ai mutamenti climatici”.  il Piemonte, secondo Berutti, ha bisogno “di programmare interventi legislativi di medio-lungo termine”  perché “continuare a fare i primi della classe nell’interessamento post danni alzerà l’aspettativa del territorio su leggi o finanziamenti nazionali o locali che poi sappiamo non arriveranno mai, almeno nella quantità indispensabile per dare soddisfazione a tutti coloro i quali hanno subito dei danni”.

Durante il dibattito in Regione, i consiglieri del Movimento 5 Stelle hanno sottolineato la necessità di valorizzare le grandi capacità idropotabili delle falde profonde non completamente sfruttate e poi, in un comunicato, hanno chiesto una proroga per la ricognizione dei danni subiti dagli agricoltori. Per Paolo Mighetti e Mauro Campo i tempi sono troppo stretti”.  Solo a fine mese, per molte colture (mais e uve), sarà possibile avere un quadro completo basato “non su stime ma su dati certi” hanno evidenziato i due pentastellati, chiedendo all’assessore Ferrero di valutare la possibilità di prorogare la scadenza dal 17 al 30 settembre “per offrire agli agricoltori ed alle amministrazioni locali un tempo congruo per quantificare l’ammontare dei danni”.

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