Autore Redazione
martedì
5 Dicembre 2017
05:05
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Alessandria Calcio - Calcio - Alessandria

Finalmente un’Alessandria da applausi, anche se con alcune ombre

L'analisi della vittoria sofferta e in 10 contro il Gavoprrajo
Finalmente un’Alessandria da applausi, anche se con alcune ombre

ALESSANDRIA – Le belle partite sono altre. Questo deve essere un concetto chiaro a tutti. Anche al più ottimista dei tifosi. Perché, ora come ora, l’unica cosa utile all’Alessandria è tanto duro lavoro e il profilo basso. È vero, questo può sembrare un discorso banale, ma come dicevano i latini “repetita iuvant“. Allora noi, un po’ come professorini puntigliosi e intransigenti, lo ripetiamo ancora una volta e se non dovesse servire, ancora un’altra.

Mister Marcolini deve ancora fare tanta strada per riconquistare un pubblico rimasto scottato dalla passata stagione e scioccato dall’inizio di quella attuale. E il lavoro del tecnico grigio si deve per lo più basare sul recupero. Da quello psicologico a quello in classifica. Passando per l’amore dei tifosi che, come ha ricordato anche capitan Cazzola, è scemato vistosamente dall’inizio del 2017 a oggi. Il compito diventa così quello di riaccendere la fiamma dell’amore nei cuori infranti – passateci questa visione romantico-drammatica – di chi tutte le domeniche sfida freddo, pioggia e vento per vedere l’Alessandria.

E se lo spettacolo, come quello contro il Gavorrano, lascia ancora a desiderare, c’è però un cambiamento che fa ben sperare. Perché la grinta di questa domenica non si era ancora vista. Ha ragione mister Marcolini a dire che la ‘sua’ Alessandria “non sembrava giocasse in 10 contro 11“. E la standing ovation a un giocatore come Alessio Sestu, che contro il Gavorrano ci mette classe e tantissima energia, la dice lunga di quanto accaduto in campo. E che dire invece di Michele Marconi, sempre più idolo della tifoseria, o della fame con cui Cazzola ha ‘mangiato’ l’erba del centrocampo. Tutti questi sono gli elementi nuovi e positivi dell’Alessandria di Michele Marcolini.

Sensazioni positive, certo, a cui però si aggiungono le costanti incertezze di un reparto difensivo tutt’altro che impermeabile, il nervosismo che aleggiava in campo, la follia di Gonzalez. Luci e ombra insomma.

Ora il compito di Marcolini, come un buon elettricista, sarà quello di aumentare i watt della luminosità senza lasciar scattare l’interruttore per evitare futuri black-out.

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