Autore Redazione
martedì
8 Ottobre 2013
00:00
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Cronaca - Italia

Italiani: i re degli ignoranti

Italiani: i re degli ignoranti

In un Paese in cui la cultura è osannata, per poi essere tradita alla resa dei conti, il dato che emerge dall’indagine Isfol-Piaac (Programme for the International Assessment of Adult Competencies) è solo un’ulteriore conferma delle difficoltà italiane anche in ambito formativo. L’indagine, realizzata in 24 paesi, è stata promossa dall’Ocse e realizzata in Italia dall’ISFOL su incarico del Ministero del Lavoro. Secondo lo studio le competenze alfabetiche (literacy) degli adulti italiani risultano ben al di sotto della media dei paesi Ocse. Il nostro Paese infatti conquista la maglia nera. Si tratta di competenze fondamentali per la crescita individuale, la partecipazione economica e l’inclusione sociale. Fortunatamente emerge una positiva tendenza al miglioramento dei livelli di competenza del segmento femminile. La ricerca è stata compiuta nel periodo 2011-2012, per analizzare il livello di competenze fondamentali della popolazione tra i 16 e i 65 anni. Il nostro paese si colloca all’ultimo posto della graduatoria nelle competenze alfabetiche, anche se rispetto alle precedenti indagini Ocse la distanza dagli altri paesi si è ridotta. Inoltre l‘Italia risulta penultima nelle competenze matematiche (numeracy), fondamentali per affrontare e gestire problemi di natura matematica nelle diverse situazioni della vita adulta.

Le competenze analizzate dall’indagine sono espresse in punteggi da 0 a 500. Nelle competenze alfabetiche il punteggio medio degli adulti italiani è pari a 250, contro una media Ocse di 273. Nelle competenze matematiche la media italiana è pari a 247 rispetto a 269 di quella Ocse. I punteggi sono riconducibili a 6 diversi livelli di competenze e il livello 3 è considerato il minimo indispensabile per “vivere e lavorare nel XXI secolo”. In riferimento alle competenze alfabetiche il 29,8% degli adulti italiani si colloca al livello 3 o superiore, il 42,3% al livello 2 e il 27,9% non supera il livello 1. Quanto alle competenze matematiche il 28,9% è al livello 3 o superiore, il 39% a livello 2 e il 31,9% al livello 1 o inferiore.

Italiani: i re degli ignoranti

Il divario Nord-Sud è stabile per tutti i livelli di istruzione considerati ed è più ampio, in particolare, per i livelli di istruzione universitaria. Rispetto alla media Ocse il deficit del nostro paese è più accentuato per i livelli di istruzione più avanzati.

Italiani: i re degli ignoranti

Il 40% di chi ha seguito un percorso formativo raggiunge o supera il livello 3 nelle competenze alfabetiche, contro il 20% di chi non lo ha fatto. Per questi ultimi il punteggio medio è pari a 241, a fronte di un punteggio di 268 per chi ha seguito corsi di formazione. A tal riguardo preoccupa il fatto che la partecipazione ad attività di apprendimento formale ed informale per adulti in Italia sia la più bassa tra i paesi Ocse:  il 24% a fronte di una media del 52%.
Abbandonare precocemente gli studi determina un costo in termini di competenze, un investimento mancato per il futuro. Una delle situazioni più preoccupanti rimane quella dei Neet, cioè i giovani di età compresa tra i 16 e i 29 anni che non studiano e non lavorano. In termini di competenze alfabetiche il punteggio medio è pari a 242, cioè 8 punti sotto la media nazionale. Solo il 5% dei Neet raggiunge il livello 3, contro il 25% dei coetanei che lavorano e il 50% di chi studia.

Italiani: i re degli ignoranti

Tra gli adulti solo un terzo degli occupati raggiunge il livello 3, con significative differenze a livello territoriale.

Italiani: i re degli ignoranti

Tra gli adulti solo un terzo degli occupati raggiunge il livello 3, con significative differenze a livello territoriale. Tuttavia alcuni segnali positivi ci sarebbero comunque:
– si riscontra un processo di contenimento dell’analfabetismo. Diminuisce, rispetto alle precedenti indagini internazionali (IALS e ALL), la percentuale di popolazione che si posiziona nei livelli più bassi di competenza (la quota sotto il livello 1 passa dal 14% a circa il 5,5%), mentre è aumentata al contempo la percentuale di popolazione a livello 2 (dal 34,5% al 42,3%);
– si riduce la forbice tra giovani e anziani. Il gap tra la fascia dei 16-24enni e la fascia dei 55-64enni passa, per quanto riguarda le competenze alfabetiche, da 63 punti delle precedenti indagini ai 30 di PIAAC; con un miglioramento delle fasce di età più mature;
– si contrae lo scarto con la media Ocse relativamente alle competenze alfabetiche e si riscontra un miglioramento complessivo rispetto alle altre indagini svolte negli ultimi anni, mentre gran parte degli altri paesi rimane stabile.
I dati mostrano anche una significativa riduzione del divario tra maschi e femmine. Per le donne si rileva, infatti, un recupero di competenze, soprattutto sul versante delle competenze alfabetiche. Inoltre le disoccupate registrano un punteggio più elevato rispetto ai disoccupati maschi (250 contro 234) e lo stesso avviene per le  competenze matematiche (243 contro 227). Ciò conferma l’esistenza di un significativo capitale femminile che meriterebbe di essere maggiormente valorizzato sul piano professionale.

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