12 Giugno 2018
05:00
Upo: il 60% si laurea in tempo e dopo un anno oltre l’80% trova lavoro
PIEMONTE – Oltre il 90% è soddisfatto del rapporto con i docenti, quasi il 60% è riuscito a rispettare le sessioni d’esame e laurearsi in corso e il 72,4% sceglierebbe ancora lo stesso Ateneo e facoltà. È questo il ritratto dei laureati dell’Università del Piemonte Orientale tratteggiato dall’ultimo rapporto AlmaLaurea. L’indagine, arrivata alla 20° edizione, ha coinvolto i laureati di 74 Università italiane tra cui 1243 di primo livello, 324 magistrali biennali e 263 a ciclo unico dell’Upo.
Complessivamente l’età media della laurea è di 25,9 anni, sostanzialmente in linea con la media nazionale di 26. Nello specifico, per l’Università del Piemonte Orientale hanno in media 25 anni i laureati di primo livello e 28,2 i magistrali biennali. Sul dato incide, però, l’anno di immatricolazione. Non tutti i diplomati, infatti, si iscrivono subito all’Università. Il 59,2% degli studenti dell’Upo riesce comunque a conseguire la laurea triennale in corso, più della media nazionale a 51,1%, e ancora più alta, il 75%, è la percentuale dei magistrali biennali (a livello nazionale è il 58,6%). Leggermente inferiore alla media di tutte le Università prese in considerazione nel rapporto è, invece, il voto di laurea. Rispetto a una media nazionale pari a 102,7, l’Università del Piemonte Orientale su ferma a 100,1 su 110, frutto di una valutazione media di 98,4 per i laureati di primo livello e 105 per i magistrali biennali.
Anche quest’anno il rapporto ha poi analizzato la situazione occupazionale degli universitari a un anno e a 5 anni dalla laurea. Tra 1228 laureati del 2016 dell’Upo il 61,4% ha scelto di interrompere gli studi afferrata la laurea triennale e iniziare a lavorare. A un anno dal conseguimento del titolo, il tasso di occupazione (si considerano occupati, seguendo la definizione adottata dall’Istat, tutti coloro che sono impegnati in un’attività retribuita, di lavoro o di formazione) è risultato dell’83%, mentre quello di disoccupazione (calcolato sulle forze di lavoro, cioè su coloro che sono già inseriti o intenzionati a inserirsi nel mercato del lavoro) è pari al 10,7%. Tra gli occupati, il 14,9% prosegue il lavoro iniziato prima della laurea, il 17,8% ha invece cambiato lavoro; il 67,3% ha iniziato a lavorare solo dopo il conseguimento del titolo. Il 22,4% degli occupati può contare su un lavoro alle dipendenze a tempo indeterminato, mentre il 43,4% su un lavoro non standard (in particolare su un contratto alle dipendenze a tempo determinato). Il 19,3% svolge un’attività autonoma (come libero professionista, lavoratore in proprio, imprenditore, ecc.). Il lavoro part-time coinvolge il 27,4% degli occupati. La retribuzione è in media di 1.324 euro mensili netti. Ma quanti fanno quello per cui hanno studiato? Si è presa in esame l’efficacia del titolo, che combina la richiesta della laurea per l’esercizio del lavoro svolto e l’utilizzo, nel lavoro, delle competenze apprese all’università. Sono il 72 % gli occupati che considerano il titolo molto efficace o efficace per il lavoro che svolgono. Più nel dettaglio, il 61% dichiara di utilizzare in misura elevata, nel proprio lavoro, le competenze acquisite all’università
Tra i 289 laureati magistrali biennali dell’Upo contattati a un anno dal titolo il tasso di occupazione è risultato pari all’85,6%. Il tasso di disoccupazione, calcolato sulle forze di lavoro, è pari al 10,6%. Il 48,3% prosegue il lavoro iniziato prima della laurea, il 12,9% ha invece cambiato lavoro; il 38,8% ha iniziato a lavorare solo dopo il conseguimento del titolo. Il 42,2% degli occupati può contare su un contratto alle dipendenze a tempo indeterminato mentre il 24,5% su un lavoro non standard (in particolare su un contratto alle dipendenze a tempo determinato). Il 6,1% svolge un’attività autonoma (come libero professionista, lavoratore in proprio, imprenditore, ecc.). Il lavoro part-time coinvolge il 17,7% degli occupati. La retribuzione è in media di 1.351 euro mensili netti. Il 41,7% degli occupati ritiene la laurea conseguita molto efficace o efficace per il lavoro che sta svolgendo; inoltre, il 38,1% dichiara di utilizzare in misura elevata, nel proprio lavoro, le competenze acquisite durante il percorso di studi.
Tra i 261 laureati magistrali del 2012 il 90,2% ha un lavoro. Gli occupati assunti con contratto a tempo indeterminato sono il 61,9%, mentre gli occupati che svolgono un lavoro non standard sono il 12,2%. Svolge un lavoro autonomo il 20,1%. Il lavoro part-time coinvolge il 10,1% degli occupati. Le retribuzioni arrivano in media a 1.518 euro mensili netti. Il 54,7% degli occupati ritiene la laurea conseguita molto efficace o efficace per il lavoro che sta svolgendo; il 43,2% dichiara di utilizzare in misura elevata, nel proprio lavoro, le competenze acquisite all’università. Ma dove vanno a lavorare? Il 66,9% dei laureati è inserito nel settore privato, mentre il 28,1% nel pubblico. La restante quota lavora nel non-profit (5,0%). L’ambito dei servizi assorbe l’83,5%, mentre l’industria accoglie il 13,7% degli occupati. Marginale la quota di chi lavora nel settore dell’agricoltura.