15 Dicembre 2014
06:50
Morale e istinto in Pirandello: recensione di “Non si sa come” di Orion Theatre
CASALE MONFERRATO – La coscienza e il sogno, la ragione e l’istinto sono l’oggetto su cui ruota “Non si sa come”, dramma di Pirandello messo in scena da Orion Theatre di Terni venerdì 12 e sabato 13 dicembre all’Auditorium Santa Chiara di Casale Monferrato, nell’ambito del Festival Teatrale “I Crepuscoli”, organizzato dall’Associazione Teatrale Nuovo Palcoscenico.
Due delitti, commessi in modo inconsapevole ed istintivo, riemergono nella coscienza del conte Daddi (Marco Francescangeli, anche regista). Il primo è un fatto di sangue dimenticato per tanti anni, il secondo è il tradimento, del tutto casuale ed estemporaneo, della moglie Bice (Sara Masci) con Ginevra (Patrizia Della Torre), la moglie del suo amico Giorgio (Francesco Locci, coregista).
Sono delitti innocenti, commessi come in sogno, eppure avvenuti realmente. In quanto non consapevoli, frutto della parte più ferina dell’uomo, non sussistono e la loro negazione è naturale e spontanea. L’emergere del senso di colpa e della responsabilità azzera la leggerezza e muta il punto di vista della vita. Romeo Daddi confessa i suoi delitti e tenta di accomunare nella colpa la moglie Bice, corteggiata da uno spasimante da sempre respinto (Foscolo Ceccarini, in abiti da dandy, unico personaggio chiaro nelle intenzioni malevole). Ognuno, quindi anche Bice, in condizioni particolari e travolgenti, potrebbe commettere atti moralmente sbagliati e staccati dalla sfera volitiva, uscendone comunque innocente.
La dicotomia colpa/innocenza è sottolineata dagli abiti, eleganti e ricercati nel loro gusto rétro, dei protagonisti. Daddi e Ginevra sono vestiti di bianco sino alla presa di coscienza della colpa, poi di nero. Bice e Giorgio, inizialmente in nero durante la fase della coscienza, sono abbigliati in bianco nella parte finale dello spettacolo, sempre in contrapposizione ai primi due. Unico personaggio in grigio Nicola Respi, reo corteggiatore consapevole di una donna sposata, avulso da ogni dubbio circa realtà o sogno.
Il taglio registico è preciso e la vicenda si snoda nel segno di uno psicodramma che coinvolge in modo vorticoso. Ogni gesto è mirato a sottolineare la bipolarità conscio/inconscio e così le espressioni dei protagonisti passano repentinamente dall’angoscia alla compostezza della convenzione sociale.
Le musiche di Simone Alicata, eseguite dal vivo, svolgono un ruolo importante nell’accompagnare le tante sfumature psicologiche della vicenda.
Bravissimo Marco Francescangeli sia nei monologhi di lucido delirio, sia nei dialoghi distruttivi di ogni certezza. Convince l’espressione di pura e veritiera angoscia di Sara Masci e convincono tutti i protagonisti per l’eccellente intesa nel rendere un testo complesso.
La scenografia è semplice ed elegante, moderna e lineare (in contrapposizione agli abiti che rievocano un tempo passato), giocata anch’essa sul binomio cromatico, in questo caso bianco e rosso.
Notevole sia per livello di recitazione che per linearità di esecuzione questa Associazione Culturale Orion Theatre, da ricordare e rivedere.
Il Festival Teatrale I Crepuscoli continuerà venerdì 23 gennaio con “La Mandragola” di Machiavelli, presentato dalla Compagnia Al Castello di Foligno. Sabato 24 gennaio sarà la volta di “Antigone” di J. Anouilh, a cura della Compagnia Il Mosaico di Vigevano.
Nicoletta Cavanna