Autore Redazione
giovedì
18 Marzo 2021
05:10
Condividi
Cronaca - Alessandria

“No alla DAD”: genitori, docenti e alunni sabato in piazza sotto il Comune di Alessandria

“No alla DAD”: genitori, docenti e alunni sabato in piazza sotto il Comune di Alessandria

ALESSANDRIA – Si intitola “Tutti a scuola” il presidio statico organizzato sabato 20 marzo in piazza della Libertà, sotto il Comune di Alessandria, per dire no alla didattica a distanza. A promuovere l’iniziativa, a partire dalle 15.30, è stato un gruppo di mamme di alunni di Alessandria, un evento aperto però anche ad alunni, docenti e operatori scolastici di tutta la provincia. Abbiamo postato l’evento su Facebook e pubblicato sul web alcuni approfondimenti sulla sicurezza dei protocolli a scuola e sul rischio che la didattica a distanza potrebbe comportante nell’apprendimento” ha sottolineato a Radio Gold una delle mamme, Marta Coghetto “non facciamo parte di nessuna associazione ma, siccome non abbiamo registrato alcun riscontro dalle istituzioni su questo tema, abbiamo deciso di organizzare questa manifestazione pubblica. Secondo noi la scuola non è causa di focolai, anzi, rappresenta uno strumento di controllo e monitoraggio. Si è dato quasi per scontato che anche ora le scuole dovessero chiudere ma, secondo noi, non c’è luogo più sicuro. L’anno scorso, durante il primo lockdown, i bambini hanno fatto meno fatica ad adattarsi. E poi anche noi genitori lavoravamo di più in smart worling. Ora è tutto diverso. Se entrambi i genitori sono lavoratori dipendenti è un vero dramma, coi bambini che rischiano di essere letteralmente abbandonati davanti a uno schermo. Io non lo sono e ho la possibilità di seguire mia famiglia, recuperando poi di notte le mie ore di lavoro”

“A un anno dall’inizio della pandemia” hanno aggiunto gli organizzatori “è inaccettabile che la presenza dei nostri figli in classe sia ancora considerata un pericolo. Capiamo l’emergenza ma serve ricordare alle istituzioni che la scuola è un bene comune irrinunciabile. Pedagogisti ed esperti dell’età evolutiva documentano ogni giorno i crescenti danni emotivi inflitti ai nostri giovani da questo periodo di brusco dissesto sociale e discontinuità che continua a protrarsi, privandoli di slancio, entusiasmo, spontaneità, certezze e speranze”.

  • I dati evidenziano che le scuole sono un luogo sicuro: i contagi avvenuti negli istituti scolastici hanno contribuito minimamente alla diffusione del virus.
  • Bambini e ragazzi si sono adattati di buon grado a tutte le disposizioni, pur faticose da gestire (soprattutto per i più piccoli). Il loro impegno non può essere cancellato con l’ennesima privazione del diritto all’istruzione in presenza e alla socialità.
  • La didattica a distanza non è equiparabile alla didattica in presenza: discrimina, genera dispersione scolastica e risente delle limitazioni proprie di ciascuna famiglia, creando ulteriori disagi, tensioni e difficoltà organizzative. Per definizione, la scuola dovrebbe essere un luogo di crescita sana e confronto, in grado di fornire a ogni giovane una base di partenza equa, affinché possa formarsi al meglio delle proprie possibilità. La DAD invece penalizza i più deboli amplificando le disparità.
  • La scuola è un luogo d’inclusione, dove i ragazzi imparano a conoscersi e ad accettarsi senza barriere, comunicando in libertà. Al contrario, la DAD enfatizza le differenze e le distanze, isola gli studenti dietro a uno schermo dal quale è impossibile giovare del contatto umano. In particolare, l’apprendimento a distanza è nocivo per gli alunni disabili, che si ritrovano soli, confinati nell’istituto scolastico senza i propri compagni.
  • Con la chiusura della scuola bimbi e ragazzi vengono di frequente affidati ai nonni che in virtù della loro fragilità e anzianità invece necessiterebbero di essere salvaguardati.
  • La DAD impone ai genitori di vigilare costantemente sull’operato svolto dai figli obbligandoli spesso a colmare l’inevitabile vuoto di apprendimento causato da questa modalità di istruzione. Non tutte le famiglie però hanno modo di seguirli e sostenerli efficacemente nello studio come farebbe un insegnante, quindi, non di rado, uno dei genitori si vede costretto a rinunciare al lavoro per assisterli a tempo pieno.

Riapriamo le scuole, luogo sicuro. Proteggiamo i diritti e il futuro dei nostri figli.

Photo by Compare Fibre on Unsplash

Condividi