18 Giugno 2021
14:31
In Piemonte crescono le “nuove povertà” e le prospettive sono allarmanti
PIEMONTE – Anche in Piemonte l’aumento delle “nuove povertà” è sempre più concreto. Lo ha spiegato l’assessore regionale al Welfare, Chiara Caucino, analizzando i dati Ires, presentati oggi nel Rapporto “Piemonte economico e sociale” sull’emergenza, tornati ai valori del 2005 con, in più, prospettive di aggravamento ulteriore nei prossimi mesi.
Il quadro è sconfortante con un aumento di circa il 2% all’anno del rischio povertà per arrivare a picchi del 5% all’anno nelle famiglie con minori. In Piemonte il rischio, considerando tutte le famiglie, era del 15,0% prima della pandemia, del 17,2% a fine del 2020, con i benefici, e del 19,0% per le famiglie senza benefici. Più drammatica la situazione delle famiglie con minori. Qui il rischio povertà è passato dal 18.3% dell'”era” pre Covid all’attuale 25,5%. Non se la passano bene nemmeno i lavoratori del settore industria (dal 14,5% al 25,5%) e i lavoratori del settore servizi scivolati dal 16,1 del 2019 al 19,6%.
“Questi dati – spiega l’assessore regionale al Welfare, Chiara Caucino – confermano il rischio, anzi la triste certezza che era apparsa evidente fin da subito, tanto che mi sono immediatamente attivata per mettere in campo misure proprio a contrasto delle “nuove povertà””. “Come prima cosa – spiega Caucino – abbiamo offerto sostegno agli Ambiti territoriali per le azioni finanziate sul fondo Povertà (circa 35 milioni per 32 Ambiti Territoriali). Inoltre, sono stati stanziati oltre 10 milioni di euro in favore del Terzo Settore finalizzati proprio per le azioni di contrasto alle nuove e vecchie povertà. A questi si aggiungono altri 200mila euro stanziati per il nuovo protocollo con la Prefettura sui senza dimora“.
“Non solo: – prosegue l’assessore biellese della giunta regionale – abbiamo messo mano con determinazione alla gestione del progetto europeo di sostegno ai senza dimora attivo nelle città di Asti, Alessandria, Biella, Cuneo e Novara. E istituito il coordinamento delle azioni finanziate sul Fondo estreme povertà in tutti i capoluoghi di provincia”. “E per i più bisognosi – osserva ancora Caucino – abbiamo messo a disposizione 800mila euro per rinforzare la rete di distribuzione di cibo ai meno abbienti piemontesi, oltre che 450 mila euro al Banco Alimentare del Piemonte per un triennio”.
Ma il lavoro non finisce qui. Anzi, il “difficile” comincia proprio ora, con l’auspicata “fine” dell’emergenza pandemica. “Lo stop, prima o poi inevitabile, del blocco dei licenziamenti, così come le conseguenze a lungo termine della pandemia in chiave occupazionale, rappresentano fattori che dovremo affrontare, mettendo in campo tutte le misure più efficaci per tutelare le famiglie e gli individui che più di altri sono stati distrutti dagli effetti nefasti del Covid e che devono essere sostenuti con ogni mezzo“.
Per tamponare un’emergenza evidente “il nuovo Piano Casa – conclude Caucino – prevede investimenti per circa 10 milioni tra risorse regionali e fondi ex Gescal per ristrutturare e rendere assegnabili le migliaia di alloggi che oggi son vuoti, a fronte invece di liste d’attesa importanti. Mia intenzione è, anche in questo caso, tutelare i più fragili, coloro che hanno diritto a un aiuto, ma che, per colpe di chi in passato ha mal gestito la cosa pubblica, oggi non possono ancora usufruirne. Non a caso sto girando per tutti gli edifici di edilizia residenziale pubblica del Piemonte, collaborando in maniera davvero sinergica e concreta con i presidenti delle 3 Atc piemontesi, per far sì che quelle che un tempo erano soltanto promesse e parole diventino realtà“.