Autore Redazione
martedì
9 Giugno 2015
22:00
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Politica - Casale Monferrato

Dai Senatori l’impegno per estendere l’assistenza domiciliare notturna per i malati di mesotelioma

Dai Senatori l’impegno per estendere l’assistenza domiciliare notturna per i malati di mesotelioma

CASALE MONFERRATO –Non senti “l’amianto” quando varchi le porte dell’Hospice “Zaccheo” di Casale. E’ il verde del giardino, in questo periodo screziato anche dal rosa e dal bianco dei fiori, a riempirti gli occhi. In tanti hanno perso la loro battaglia nelle otto stanze che si affacciano tutte su quel giardino, ma l’Hospice non è la “casa della morte”. “Qui non si viene a morire” hanno spiegato con grande professionalità i medici e gli infermieri specializzati dell’Unità Funzionale Interaziendale per lo studio e la cura del Mesotelioma (UFIM). L’Hospice, hanno raccontato ai membri della Commissione del Senato, è solo uno degli anelli di una catena che “dal momento della diagnosi e lungo tutto il decorso della malattia” tiene insieme i pazienti, i loro familiari, lo staff medico e l’unità delle cure palliative. Personale specializzato, tra cui psicologi, fisioterapisti e volontari dell’Associazione Vitas, che quotidianamente segue i malati e i familiari anche in caso di ricovero in ospedale ma, soprattutto, a casa, nella loro casa.

Solo quando il paziente non può essere assistito adeguatamente nella sua abitazione c’è il ricovero nella struttura. La permanenza, ha precisato la responsabile dell’Hospice, la Dottoressa Daniela Degiovanni, può però durare anche solo il tempo necessario a superare una fase particolarmente critica della malattia. Stare a casa, vicino ai familiari è fondamentale per una migliore qualità di vita ed estremamente utile anche per superare il fortissimo impatto psicologico che accompagna una diagnosi di mesotelioma. Il momento forse più duro, hanno spiegato i medici, soprattutto per i casalesi. Il mesotelioma ancora oggi non lascia scampo e non esiste un percorso diagnostico precoce. Perchè qualcuno riesca a resistere al male d’amianto più a lungo di una media che oggi non supera l’anno è una domanda ancora senza risposta. Anche per questo, ha spiegato l’equipe, serve uno sforzo per sostenere la ricerca. Un supporto serve però anche per garantire l’assistenza domiciliare notturna dalle 22 alle 7.30 del mattino ai circa 400 malati di tumore seguiti ogni anno, di cui una cinquantina affetti da mesotelioma. E’ soprattutto la notte, quando si spengono le luci, che l’angoscia può prendere il sopravvento, ha evidenziato ancora la dottoressa Degiovanni. Proprio in quei momenti l’assistenza medica e psicologica potrebbe evitare un ricovero in ospedale e la conseguente interruzione del percorso costruito con un encomiabile lavoro dalla rete di assistenza dell’UFIM. Estremamente colpiti dal modello “di presa in cura globale” dei pazienti, “che ha confutato sul campo tutte le azioni diffamatorie e di disinformazione” che vengono diffuse sulle attività svolte sul territorio, i Senatori martedì sono ripartiti per Roma determinati a dare una risposta anche alle richieste raccolte all’Hospice “Zaccheo”.

Tatiana Gagliano

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