Autore Redazione
lunedì
6 Marzo 2023
05:00
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Cronaca - Alessandria

Superbonus: crediti “incagliati” mettono a rischio più di 1200 posti di lavoro nell’Alessandrino

Superbonus: crediti “incagliati” mettono a rischio più di 1200 posti di lavoro nell’Alessandrino

PIEMONTE – È preoccupante l’impatto dei “crediti incagliati” del superbonus in Piemonte. Secondo le stime di Confartigianato, nella nostra regione sono a rischio 12.620 posti di lavoro diretti nelle medie e piccole imprese artigiane delle costruzioni. In base all’analisi dell’Ufficio Studi di Confartigianato Piemonte, infatti, il settore subirebbe una contrazione del 14% degli addetti.

A livello territoriale l’associazione stima 5.870 posti a rischio a Torino, 2.240 a Cuneo, 1210 ad Alessandria, a Novara 1010, ad Asti 750, nel Verbano 520 e a Vercelli e Biella 510.

Il conteggio, già pesante, potrebbe oltretutto aumentare “vertiginosamente” tra  lavoratori tra diretti e imprese collegate.

Sui bonus edilizi ci giochiamo occupazione e futuro se non cambierà il decreto del Governo che ha gettato nell’incertezza migliaia di imprese – afferma Giorgio Felici, Presidente di Confartigianato Piemonte per questo bisogna trovare soluzioni urgenti alla situazione delle aziende con i crediti che, giorno dopo giorno, da incagliati stanno diventando senza valore e quindi inesigibili”.

“Non è ammissibile penalizzare le imprese che hanno la sola colpa di aver utilizzato la Legge, realizzato gli interventi minuziosamente previsti dalla normativa, applicato i prezzari regionali, sopportato gli enormi oneri burocratici – commenta Enzo Tanino, Presidente Confartigianato imprese edilizia senza contare l’aver affrontato le 224 modifiche, una ogni 16 giorni”.

“I dati dimostrano come l’economia regionale faticherà non poco a reggere tale improvviso stop – conclude Felici  –  auspichiamo, quindi, che le Forze Sociali e gli Enti Locali affianchino le Associazioni di Categoria nelle azioni di pressione nei confronti del Governo affinché si superi il blocco e siano individuate soluzioni compatibili con la realtà economica delle imprese e con le difficoltà che stanno vivendo le famiglie. Vogliamo porre al centro della nostra azione la salvaguardia delle migliaia di imprese che rischiano la chiusura mettendo a repentaglio innumerevoli posti di lavoro”.

“E gli “incagliati” che non rientrano nelle casse, – conclude Tanino cominciano a creare seri problemi di liquidità alle imprese che per far fronte anche alle comuni attività quotidiane, devono rivolgersi alle Banche per avere i necessari finanziamenti.”

Secondo Confartigianato per risolvere il problema dei crediti incagliati e salvaguardare i lavoratori del settore delle costruzioni è necessario “aumentare la capacità di assorbimento dei crediti da parte del sistema creditizio, anche attraverso l’individuazione di un acquirente pubblico di ultima istanza particolarmente necessario per i crediti di minore importo” e va anche “ampliato” l’arco temporale di utilizzo dei crediti in compensazione.

In assenza della necessaria capienza fiscale – ha aggiunto Confartigianato –  le imprese che hanno nei cassetti fiscali i crediti perdono infatti una parte del credito loro spettante. Gli Artigiani sollecitano anche il rinvio della data, fissata al 17 febbraio 2023, entro la quale è necessario aver presentato la CILA per poter mantenere la possibilità di cessione/sconto del credito. Per il limitato valore dei lavori di edilizia libera non assistiti da CILA, Confartigianato chiede che sia consentito di autocertificare, da parte del contribuente, la data di avvio di tali lavori. Secondo la Confederazione, l’obiettivo della transizione green degli edifici non potrà essere raggiunto se, insieme con un sistema di agevolazioni sotto forma di detrazioni fiscali, non verrà mantenuta la possibilità della cessione dei crediti e dello sconto in fattura per alcune fattispecie, in particolare i soggetti con redditi bassi e privilegiando gli interventi su immobili con una classe energetica molto bassa e la ricostruzione degli immobili danneggiati da eventi sismici per i quali la detrazione del 110% è ammessa sino al 2025″.

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