30 Dicembre 2015
23:00
Cosa è costato di più e cosa di meno in questo 2015
ITALIA – Gpl auto e metano (-17,8%), gasolio auto (- 12,3%), e per riscaldamento (-11,8%), computer, palmari e tablet (-11,7%), cellulari (-10,1%) benzina (-9,8%): sono i prodotti che nel 2015 hanno registrato riduzioni di prezzo più importanti.
Sempre secondo i dati elaborati dalla Cgia di Mestre, tra i rincari del 2015 ci sono invece sono arance (+10,8%), verdura (+9,7%), fornitura d’acqua (+9,3%), frutti a bacca (+8,9%), raccolta acque di scarico (+ 8%), altri agrumi (+7,4%) olio d’oliva (+6,1%).
In generale, per la Cgia, nel 2015 il calo dei prezzi ha “colpito” 3 divisioni di spesa su 12. I trasporti (-2,6 per cento), le comunicazioni (-1,3 per cento), e l’aggregato abitazione, elettricità, combustibili (-0,9 per cento). Gli aumenti più rilevanti, invece, si segnalano tra i servizi ricettivi e la ristorazione (+1,2 per cento), l’istruzione (+ 1,8 per cento) e le bevande alcoliche e i tabacchi (+2,7 per cento).
“Il calo dei prezzi dei prodotti energetici è avvenuto a seguito della forte contrazione registrata quest’anno dal costo del gas e, in particolar modo, del petrolio” ha spiegato il coordinatore della Cgia Paolo Zabeo. I forti rincari registrati dai prodotti ortofrutticoli, ha aggiunto, sono ascrivibili ad alcuni aspetti. “Se da un lato le condizioni meteo e la siccità hanno messo a dura prova tutto il settore della frutticoltura, diminuendo la produzione di alcune specie chiave, dall’altro il forte caldo estivo ha spinto all’insù la domanda di frutta“. Per la Cgia inoltre, vanno tenuti in considerazione altri fattori: “secondo alcune stime – ha sottolineato Zabeo – quest’estate diversi prodotti ortofrutticoli hanno subito dei ricarichi di prezzo dal campo alla tavola che sono arrivati a toccare punte del 500 per cento. Ciò è riconducibile all’eccessiva frammentazione del sistema di distribuzione e, in parte, alle attività speculative messe in atto dagli intermediari commerciali presenti lungo la filiera. Senza contare che la domanda è in costante aumento a seguito delle modifiche delle abitudini alimentari degli italiani. Secondo l’Istat, infatti, l’anno scorso le famiglie hanno speso mediamente per l’acquisito di frutta e verdura 97,40 euro al mese, a fronte dei 97,20 euro per la carne che dal 2011 è in diminuzione. Un sorpasso che fino a qualche anno fa nessuno avrebbe immaginato”.