Autore Redazione
lunedì
22 Luglio 2024
09:52
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Cronaca - Piemonte

Medici “gettonisti”. Gdf di Modena scopre schema di tre coop per pilotare appalti anche in Piemonte

Medici “gettonisti”. Gdf di Modena scopre schema di tre coop per pilotare appalti anche in Piemonte

MODENA – Hanno partecipato a bandi di gara per fornire medici e infermieri “gettonisti” anche ad aziende ospedaliere e sanitarie del Piemonte le tre cooperative finite al centro di una indagine della Guardia di Finanza e della Procura di Modena che ha fatto scattare l’ordinanza di custodia cautelare in carcere per tre manager e portato al sequestro preventivo di quasi 4 milioni di euro.

L’inchiesta, partita da un controllo amministrativo nei confronti di una cooperativa sociale con sede a Sassuolo, ha fatto emergere lo schema usato dalle tre imprese per accaparrarsi la fornitura di medici in ben otto regioni.

In base a quanto emerso, le imprese dei tre indagati avevano gestioni e compagini sociali apparentemente separate ma erano “sostanzialmente collegate e gestite da un unico centro decisionale e di interessi”.

Procura e Fiamme Gialle di Modena hanno analizzato 39 bandi di gara esperiti tra il 2019 e il 2023 da Aziende Ospedaliere e Sanitarie di Emilia-Romagna, Piemonte, Lombardia, Veneto, Liguria, Marche, Lazio e Molise in cui le tre imprese avrebbero presentato offerte “coordinate” in modo da assicurarsi la vittoria o, quantomeno, aumentare le probabilità di vincere l’appalto.

Per farlo, in alcuni casi era stato anche falsificato l’elenco dei professionisti a disposizione delle cooperative. Nell’offerta tecnica venivano infatti allegati anche curriculum di medici che non collaboravano con le società e che, in alcuni casi, non sapevano neppure di essere stati inseriti in un appalto specifico.

In alcuni degli appalti vinti le cooperative in molti casi non erano poi state in grado di garantire le prestazioni previste nel contratto, lasciando le strutture sanitarie nelle condizioni di non poter operare oppure impiegando i pochi medici disponibili in più turni lavorativi consecutivi, contrariamente alle disposizioni normative vigenti, o, ancora, inviando medici non in possesso dei requisiti richiesti (specializzazioni), che secondo l’accusa avrebbero causato così  “pericolose criticità alle strutture ospedaliere e situazioni di pericolo per i pazienti“. Molti servizi riguardavo infatti turni al pronto soccorso, nella guardia medica pediatrica o supporto anestesiologico, per i quali era richiesta un’elevata e specifica qualificazione.

Contestualmente alla misura cautelare personale nei confronti di tre uomini accusati di associazione per delinquere finalizzata alla commissione dei reati di turbata libertà degli incanti e frode nelle pubbliche forniture,  i Finanzieri hanno dato esecuzione al decreto di sequestro preventivo d’urgenza, anche nella forma per equivalente, emesso da questa Procura, con riferimento all’illecito profitto tratto dai reati contestati, quantificato in quasi 4 milioni di euro. In tale importo sono ricompresi anche € 710.000 circa riferiti all’ipotesi di autoriciclaggio. Infatti, mediante le indagini finanziarie, è stato accertato che queste somme sono state trasferite ad altra società, estranea al contesto degli appalti, ma amministrata di fatto dai medesimi indagati, ed in parte confluite su conti correnti esteri della Repubblica Lituana allo scopo di renderle non rintracciabili. Sulla base del suddetto decreto sono state sequestrate disponibilità finanziarie, quote societarie e auto di grossa cilindrata, per un valore, ad oggi, di circa € 300.000, beni in parte “schermati” mediante l’intestazione alle persone giuridiche coinvolte, ritenute comunque responsabili per i fatti contestati ai sensi della normativa vigente.

 

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