4 Settembre 2024
10:18
Infermieristica attira sempre meno iscritti. Nursind: “In Piemonte resteremo senza il motore della sanità”
PIEMONTE – Sono sempre meno le persone che aspirano a svolgere la professione di infermiere in Piemonte. Come spiegato dal sindacato Nursind, nelle Università della nostra regione sono complessivamente a disposizione 1175 posti per infermieristica ma le domande per la partecipazione ai test di ingresso sono state 1052: “Ben 123 in meno“.
Tutte le sedi, spiega il sindacato, fanno segnare il segno meno, tranne Città di Torino e Città della salute che, sottolinea il Nursind, “compensano solo in minima parte la forbice tra fabbisogno e domande di ingresso nella nostra Regione, ammesso che tutti i candidati si presentino alle prove di ammissione e che tutti riescano a superarle“.
Ad “aggravare la prospettiva“, aggiunge la sigla sindacale, è la “percentuale abbastanza consolidata di coloro che lasceranno durante il percorso di studi, specie durante il primo anno, e che rappresentano un altro buon 10%”.
Secondo i dati raccolti sempre dal Nursind sono “molto più appetibili” tra i giovani altri percorsi tra le professioni sanitarie, in particolare quelle tecniche e riabilitative: “Solo per fare alcuni esempi, fisioterapia 131 posti disponibili e 1130 domande di ammissione, dietista 20 posti disponibili e 152 domande di ammissione. Anche tra i tecnici di radiologia e di laboratorio le domante sono molto più alte di quelli che sono i posti disponibili e quindi i fabbisogni”.
La professione infermieristica oggi offre invece ampi margini di occupazione rispetto altre, aggiunge nella sua riflessione il sindacato: “Ma l’ulteriore domanda da porci è anche un’altra. Delle persone che porteranno a termine il percorso di studi, quante sceglieranno di lavorare nel servizio sanitari pubblico e quante invece la sanità privata, allettati da condizioni di lavoro migliori e maggior guadagni. Quanti decideranno di restare in Piemonte o sceglieranno altre regioni Italiane che stanno investendo sull’aumento dei salari e/ o politiche di welfare (Valle d’Aosta e Veneto ) oppure decideranno addirittura di andare all’estero dove i salari e le condizioni sono decisamente migliori“.
Per il Nursind “una cosa è certa“: “Nella nostra regione, il numero di uscite per pensionamenti o dimissioni precoci sempre in aumento sarà decisamente maggiore del numero di entrate. Avremo molti meno infermieri e questo non potrà non avere una ricaduta sui servizi. Di fronte a questo dato di fatto, oggi ancora non si sta facendo nulla. E se come dicevamo in un recente comunicato, la Valle d’Aosta ha incrementato gli stipendi di 300 euro attraverso una indennità di attrattività, il Veneto ha stanziato 150 milioni di euro per l’incremento dei salari e rendere attrattiva la Sanità Regionale e la Lombardia offre case a prezzi calmierati, il Piemonte cosa fa? Per quale motivo i giovani a parità di condizioni dovrebbero scegliere una professione che chiede più sacrificio e comporta senza ombra di dubbio più disagi, più rischi e che oltretutto ha un impatto non da poco conto sulla salute fisica e psicologica, oltre che sulla vita personale e familiare. Chiediamo pertanto, a fronte di una politica nazionale che non se ne occupa, che la regione Piemonte istituisca una commissione o una unità di crisi sulla questione infermieristica. Serve incidere sui salari e sulle condizioni di lavoro, investendo risorse economiche e mettendo in atto interventi strategici e organizzativi. Servono inoltre campagne promozionali e agevolazioni per gli studenti incentivando i giovani ad intraprendere questo percorso”.