Autore Redazione
martedì
10 Ottobre 2017
05:00
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Cronaca - Alessandria - Novi Ligure

I “cattivi ragazzi” arrestati per estorsioni, incendi e finti matrimoni

Quella dei "Bad Guys" non era una organizzazione criminale "strutturata". Ai 15 arrestati sono contestati reati diversi, tra cui il falso ideologico che ha portato ai domiciliari due agenti della Municipale di Novi. Alcuni dei "cattivi ragazzi", però, usavano intimidazioni tipiche della criminalità organizzata
I “cattivi ragazzi” arrestati per estorsioni, incendi e finti matrimoni

PROVINCIA DI ALESSANDRIA – È stata rinominata “Bad Guys” l’operazione del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo del Comando provinciale dei Carabinieri, coordinata dalla Procura di Alessandria, che ha portato all’arresto di 15 persone. Diverse sono le motivazioni nelle 8 ordinanze di custodia cautelare in carcere e nei provvedimenti del Gip di Alessandria che hanno ristretto 7 persone ai domiciliari in forma aggravata. Agli indagati, infatti, sono contestati reati e fatti differenti, che variano dall’estorsione all’incendio, violenza privata, favoreggiamento della permanenza illegale sul territorio italiano di cittadini extracomunitari e falso ideologico Gli arresti scattati all’alba di lunedì con un blitz che ha impegnato 80 militari del Comando provinciale, seguiti dall’alto da un elicottero dei Carabinieri di Volpiano, non hanno smantellato una organizzazione criminale “strutturata”.  Alcuni dei “cattivi ragazzi”, dal nome dell’indagine partita a febbraio 2016, “pressavanoperò il territorio per il loro personale tornaconto  con una condotta che, in alcuni casi, ha ricordato agli inquirenti pratiche intimidatorie della criminalità organizzata.

“A Novi nessuno mi dice di no” ripeteva ad esempio Fioramante Caruso, figura di spicco” tra gli 8 finiti in carcere. Il 35enne di Serravalle aveva rivolto quell’avvertimento a un agente immobiliare che si era rifiutato di affittargli gratuitamente un alloggio. “Se non mi dà le chiavi lo picchio fino a stenderlo” aveva rincarato parlando con un dipendente dell’agenzia. Alla fine l’agente immobiliare aveva rinunciato al suo compenso e aveva fatto trattare direttamente l’uomo con il proprietario dell’appartamento. In base a quanto emerso dalle indagini, Caruso aveva usato l’arma della minaccia anche con un altro imprenditore novese. Se non paghi ti taglio le dita con un paio di forbici” l’aveva avvertito per convincerlo a saldare un presunto debito da 22 mila euro.  Tra la decina di contestazioni mosse a Fioramante Caruso ci sono anche le minacce a due agenti della Polizia Municipale di Novi Ligure per “cancellare” una sanzione comminata al suo ristorante. Un locale che Caruso, già colpito da un avviso orale, avrebbe intestato “strategicamente” alla convivente Agniesza Anna Szalska di 39 anni, finita ai domiciliari insieme a Paolo Bidone, 55enne di Pozzolo, anche lui per gli inquirenti “un prestanome” usato per sottrarre le attività di Caruso da eventuali misure di prevenzione patrimoniale. Tra questi beni, appunto, il ristorante a Novi oggetto della sanzione  della Polizia Municipale. Ma guarda che ci siamo comportati più che da amicisi sarebbero difesi dalle minacce di Caruso il 57enne novese Sergio Grosso e il collega di 55 anni Maurizio Valdinazzi. Per i due vigili urbani lunedì sono così scattati gli arresti domiciliari per falso ideologico commesso da pubblico ufficiale per aver redatto un verbale secondo gli inquirenti frutto di un controllo mai effettuato, proprio per favorire Caruso.

In quel ristorante in Strada del Turchino, oggi di terze persone del tutto estranee ai fatti, la musica ad alto volume all’epoca dell’indagine era stata causa di numerose notti insonni dei residenti. Caruso non aveva proprio voluto saperne di concedere un tranquillo riposo ai vicini o di rispettare l’ordinanza del sindaco di Novi di cui era venuto “ufficiosamente a conoscenza”. Anzi, infastidito dalle continue lamentele, l’uomo aveva commissionato l’incendio di un cassonetto della spazzatura del palazzo come “messaggio” per i residenti.

A raccogliere quell’incarico, poi affidato a una terza persona non identificata, era stato Giuseppe Lombardo, 32 anni di Spinetta, anche lui finito in carcere. Un altro soggetto già noto alle Forze dell’ordine, ora accusato anche di aver organizzato almeno due finti matrimoni per far ottenere il permesso di soggiorno a cittadini extracomunitari. Complici in quelle nozze fruttate circa sei mila euro l’una e celebrate in Comune ad Alessandria a maggio e ottobre 2016 erano stati altri “bad guys”, il cittadino marocchino di 33 anni Mustapha Ahsikou, portato in carcere, e il 36enne di Alessandria Salvatore Cusumano, destinatario dei domiciliari ma poi arrestato in flagranza per detenzione di drogaCoinvolte in quell’attività finalizzata a favorire la permanenza illegale in Italia di cittadini stranieri anche le “finte spose” Eleonora Cerasa, 23 anni di Alessandria e Serena Luciani, alessandrina di 28 anni, entrambe portate in carcere.

A carico della “bad girl” Eleonora Cerasa c’è anche l’accusa di aver organizzato con Giuseppe Lombardo una ritorsione nei confronti di un imprenditore di Alesssandria. La vittima, “rea” di aver scritto una lettera di richiamo alla compagna di uno dei “cattivi ragazzi” sua dipendente, a inizio 2016 si era ritrovata la macchina avvolta da alte fiamme che avevano anche raggiunto una vicina vettura parcheggiata sempre in via Marengo. Un incendio appiccato per circa 100 euro da Fabio Milia, 30enne di Spinetta lunedì finto in carcere. Mandante” di quell’azione era stato il 33enne di Alessandria Domenico Franzè, ora ai domiciliari così come il 31enne albanese Klodian Bagosi, che quel giorno aveva avuto il ruolo del “palo”.

Grave anche un altro episodio ai danni del titolare di un locale notturno del novese contestato a Franzè e agli alessandrini Antonino Intili, 35 anni e Davide Lo Iacono, 27 anni, entrambi destinatari dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Il gruppo di tre “bad guys” in questo caso avrebbe cercato di far assumere come buttafuori un uomo responsabile di una aggressione ai danni di un cliente della stessa discoteca. Un violento episodio che, tra l’altro, era costato la chiusura temporanea del locale. Pressato da minacce alternate “ai saggi consigli” dei tre, alla fine l’imprenditore era stato costretto a tollerare la presenza dell’uomo nel suo locale.

Ottenute dal Gip di Alessandria le 15 misure cautelari coercitive, la task force di Carabinieri lunedì ha eseguito perquisizioni in tutte le abitazioni degli arrestati. Passando di stanza in stanza i militari hanno così trovato nella cantina del 36enne alessandrino Salvatore Cusumano una trentina di piante di marijuana che crescevano rigogliose sotto lampade alogene e che sono costate all’uomo l’arrestato in flagranza. Tra il materiale sequestrato durante le perquisizioni anche le banconote da 50 euro false trovate a casa di Giuseppe Lombardo e numerosi documenti, tra cui sospetti contratti di lavoro in favore di cittadini extracomunitari, che i Carabinieri hanno recuperato a casa di Antonino Intili.

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