Autore Redazione
lunedì
25 Giugno 2018
05:00
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Cronaca - Alessandria

C’è chi dice “no” al prato al Fotovoltaico: “Sistemate il laghetto”

Sulla pagina Facebook di Radio Gold, un residente del Villaggio Fotovoltaico, Massimo, ha manifestato perplessità rispetto alle cifre preventivate per sistemare il laghetto e sollecitato un intervento di manutenzione anche per la vicina pista di pattinaggio
C’è chi dice “no” al prato al Fotovoltaico: “Sistemate il laghetto”

ALESSANDRIA – Tra le persone che vivono al Villaggio al Fotovoltaico di Alessandria c’è chi non vuole rinunciare al laghetto e neppure alla pista di pattinaggio. Entrambi necessitano di interventi di manutenzione e i costi stimati dai tecnici del Comune stanno frenando l’amministrazione che, insieme ai consiglieri comunali, ha iniziato a ragionare sulla possibilità di trasformare il laghetto in un prato per ridurre le spese.

Nulla è stato ancora deciso e la riflessione è stata subito aperta anche agli interventi dei cittadini. E l’assessore ai Lavori Pubblici, Giovanni Barosini, non ha dovuto attendere molto per raccogliere i primi pareri contrari all’idea di trasformare il laghetto in prato. Sulla pagina Facebook di Radio Gold, un residente, Massimo, ha subito “postato” le sue perplessità rispetto alle cifre preventivate.

I costi per far tornare limpida l’acqua del laghetto e sistemare il ponticello, circa 50 mila euro, sono apparsi “sovrastimati al residente e, stesso discorso, per i 45 mila euro per la pista di pattinaggio. Secondo l’alessandrino la spesa potrebbe essere contenuta, ad esempio, “impermeabilizzando” il laghetto con una termosaldatura della guaina in Pvc che si trova sul fondo “e che è uguale a quella delle piscine”. Un intervento, ha spiegato, che avrebbe costi decisamente più bassi. Anche per la pista di pattinaggio, secondo il cittadino, si potrebbe optare per un asfalto colorato, certamente meno pregiato delle speciali resine su cui si sarebbe orientato il Comune di Alessandria, ma in ogni caso più che adatto per pattinare.

Come il laghetto, per Massimo, anche la struttura va sistemata e mantenuta. È vero che oggi nessuno la usa più, ha spiegato Massimo, ma solo perché da tempo è stata dimenticata dalle squadre di manutentori del Comune. Fino a qualche anno fa, invece, erano due le scuole di pattinaggio che la utilizzavano. Anche Massimo e sua moglie pattinavano in quella pista e anche loro, ovviamente, avevano firmato la petizione con cui, nel 2014, era stato sollecitato un intervento di manutenzione. Quella lettera, consegnata e protocollata, deve però essere rimasta chiusa in qualche cassetto. Le due scuole, orfane della pista al Villaggio Fotovoltaico, in questi anni si sono dovute ‘arrangiare’ e trovare altri spazi. La “Amikeco”, di cui fa parte anche Massimo, all’inizio aveva ripiegato sui piazzali nelle aree industriali della città e poi, “per fortuna” ha trovato ospitalità da Don Ivo a San Michele. “Se venisse sistemata la pista, però, potremmo tornare a pattinare al Cristo”.

Massimo “e molti altri residentiha assicurato, “non pretendono la luna” e sono disposti ad accettare anche soluzioni “economiche”. Semplicemente chiedono di essere tenuti nella stessa considerazione dei residenti del centro. “Sono arrabbiato perché ho la sensazione che i preventivi siano stati gonfiati per spingere l’opinione pubblica verso la scelta del prato.  L’orologio floreale ai giardini della stazione o le fontane in centro, con tutti i relativi costi di manutenzione, però, vanno bene. Gli elementi che rendono bella la periferia, invece, vengono visti solo come una spesa. Noi abbiamo scelto di vivere qui proprio perché c’era un determinato contesto, abbellito dal laghetto e dalla pista di pattinaggio e anche la qualità della nostra vita va tenuta in conto”.

Riportate all’assessore ai Lavori Pubblici Giovanni Barosini le perplessità di Massimo, anche sull’eventuale “responsabilità” del laghetto per le infiltrazioni nei vicini box sotterranei, il membro della Giunta ha “spalancato” le porte del suo ufficio alle proposte “anche tecniche” dei cittadini.Ovviamente credo nella competenza e buona fede di architetti, ingegneri e tecnici del Comune ma il nostro dovere di amministratori è proprio trovare una soluzione che concili gli aspetti tecnico-economici alle richieste dei cittadini. Noi ci stiamo già muovendo per reperire risorse ma non possiamo ripetere gli errori del passato ed effettuare interventi che poi non riusciamo a mantenere, o risparmiare sulla qualità dei materiali per poi ritrovarci dopo pochi anni a dover rifare da capo i lavori. Se i residenti hanno suggerimenti, comunque, sono più che benvenuti”.

(immagine di repertorio)

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