Autore Redazione
martedì
23 Ottobre 2018
06:01
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Cresce l’economia dei lavoretti: 44 milioni di euro generati senza tutele

Questo, in proiezione, il reddito annuale complessivo generato dagli impieghi sulle piattaforme online, secondo l'indagine Uil, realizzata da Upo in collaborazione con Fondazione Cra.
Cresce l’economia dei lavoretti: 44 milioni di euro generati senza tutele

PROVINCIA – Un fenomeno in crescita, anche in provincia di Alessandria. La Uil ha presentato i risultati del sondaggio su un campione di 2103 intervistati a proposito della Gig Economy, la cosiddetta “economia dei lavoretti“, trovati attraverso l’uso di una piattaforma online. Il progetto è durato circa sei mesi, in collaborazione con l’Università del Piemonte Orientale e la Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria. Su 2103 intervistati, in forma anonima, quasi il 26% ha dichiarato di aver utilizzato il web per trovare un impiego. 

In proiezione il reddito annuale complessivo generato nel nostro territorio si attesterebbe intorno ai 44 milioni di euro, con circa 52 mila persone impiegate e uno stipendio di quasi 850 euro ogni dodici mesi. Il profilo del “gig worker” medio è uno studente, tra i 19 e i 34 anni, al lavoro dalle 2 alle 4 ore a settimana, con lo stipendio che integra il proprio reddito (circa il 37% degli intervistati anche se non è bassa la percentuale del 31% tra chi ha dichiarato come unico reddito gli emolumenti derivati da questi lavori).

Il “lavoretto” più comune, nel nostro territorio, è quello delle consegne a domicilio (il 35.3%). La piattaforma maggiormente utilizzata in provincia è infatti Justeat (33.09%), legata proprio alla consegna di pasti a casa, seguita da Ti-aiuto.it (28.47%), legata a lavori che spazio dal babysitter all’assistenza familiare).

Emblematica la percentuale di chi, tra gli intervistati, vorrebbe più garanzie e diritti, l’86%, con appena il 4% che, di contro, si sente in qualche modo tutelato. Tra i 541 che hanno affermato di aver utilizzato una piattaforma online, ben il 50.46% ha detto di non avere alcuna garanzia mentre gli altri hanno preferito non rispondere alla domanda.

“Con questa indagine abbiamo, in un certo senso, voluto gettare un sasso nello stagno, anzi un macigno. Stiamo parlando di 44 milioni di euro di lavoro sommerso in provincia” ha sottolineato il segretario provinciale Uil Aldo Gregoriin Italia non c’è una normativa che tuteli queste persone, per molti è un vero e proprio lavoro. Anche a livello di sicurezza ci sono delle lacune. Capita che chi si infortuna venga poi licenziato”.

“Siamo onorati di aver ospitato questa presentazione” ha sottolineato il presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria Pierangelo Taverna “stiamo parlando di fenomeni che all’apparenza ci sembrano lontani da noi, invece sono molto vicini. Questi risultati saranno utili per chi vorrà cercare di adottare delle contromisure”.

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