Autore Redazione
martedì
25 Ottobre 2022
13:46
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Cronaca - Alessandria

“Allontanamento zero” è legge. Assessore Caucino: “Data storica”

“Allontanamento zero” è legge. Assessore Caucino: “Data storica”

PIEMONTE – “Allontanamento zero“, da oggi, è legge regionale del Piemonte. Con l’approvazione del Consiglio Regionale avvenuta questa mattina, martedì 25 ottobre 2022, spiega l’assessore regionale alle Politiche famigliari, Chiara Caucino, si “rimette al centro il sostegno della genitorialità e il primario interesse dei bambini a crescere nella propria famiglia“.

La proposta di legge, discussa per tre anni e oggetto di acceso dibattito, era partita dall’analisi dei dati ufficiali, presentati dal Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, secondo i quali la media nazionale degli allontanamenti di minori dalle famiglie di origine è del 2,7 per mille mentre quella del Piemonte è del 3,9. I numeri hanno indotto la Regione ad “adottare una legge regionale volta a prevenire l’allontanamento dei minori: che non significa escluderlo, ma disporlo solo in caso di necessità effettiva, quando il benessere e la stessa salute del minore sono effettivamente a rischio, come nei casi di violenza e abusi conclamati“.

L’obiettivo che si pone questa legge è quello di “supportare e sostenere, con tutti gli interventi già previsti dalla normativa statale e regionale, il nucleo familiare di origine del minore, per scongiurare, ove possibile, l’allontanamento del bambino dalla propria casa e favorire il rafforzamento della rete formale e informale a sostegno della famiglia, prevenendo le situazioni di marginalità e isolamento, evitando così traumi inutili e dannosi“. Il presupposto è che l’80 per cento degli allontanamenti sarebbe evitabile “sostenendo le famiglie con un insieme di azioni e interventi precoci e intensivi, anche di natura economica, realizzati attraverso Programmi educativi familiari mirati, a cura dei servizi sociali, socio sanitari e d tutti i soggetti che, a vario titolo, operano per la tutela e la promozione del benessere dei minori e delle famiglie“.
La Regione sottolinea come ora circa il 40 per cento delle risorse verrà vincolato agli interventi previsti dalla legge in favore delle famiglie, in un momento in cui il sistema, a oggi, destina ogni anno più di 55 milioni di euro principalmente per l’inserimento dei minori in comunità residenziali e comunque per la collocazione fuori dalla famiglia d’origine.
Per l’assessore Caucino “quella di oggi è una data storica. In questi anni, visitando le comunità e le case famiglia mi sono sentita chiedere dai bambini, ai quali parlavo e stringevo le manine, di poter tornare dalla mamma e dal papà, dalla zia o dal nonno e ho assicurato loro che avrei fatto di tutto perché questo si potesse realizzare: oggi mi sento di dire che la promessa è stata mantenuta“.

Per Caucino “con questa legge, che sono certa non abbia in realtà un colore politico, ma vada esclusivamente nell’interesse dei minori e che anche chi oggi si oppone apprezzerà vedendola applicata, andiamo a completare efficacemente il quadro legislativo piemontese, introducendo finalmente un preciso dettato legislativo di supporto alle famiglie di origine, rispettando il “diritto naturale” dei minori di poter vivere nel nucleo originario“.

Caucino ha poi ricordato il percorso della norma, fatta di anni di confronto con tutti i soggetti in causa: “Una legge che è stata spiegata e condivisa con il maggior numero possibile di soggetti che operano nel sistema dei servizi (Comuni, Province, Città metropolitana, enti gestori dei servizi sociali e sanitari, dipartimenti materno-infantili delle Asl, servizi di psicologia e neuropsichiatria infantile, dipartimenti di salute mentale e delle dipendenze, autorità giudiziaria minorile, associazioni, cooperative sociali e molti altri soggetti ancora) e non certamente “calata dall’alto”. Abbiamo ascoltato i problemi di tutti, a cominciare proprio dalle famiglie e abbiamo tentato, credo riuscendoci, a individuare la migliore soluzione possibile“.

Non sono mancate le critiche della minoranza. “Anche nel giorno in cui Allontanamento zero diventa legge, la Giunta Cirio ha voluto marcare la distanza rispetto alle obiezioni di sindacati, ordini professionali, associazioni di famiglie affidatarie, amministrazioni comunali e docenti universitari” hanno dichiarato i consiglieri Pd Monica Canalis e Raffaele Gallo. “Siamo preoccupati per le conseguenze che questa legge avrà sulla protezione dei minori e sull’istituto dell’affido, nato proprio a Torino nel 1971, ancor prima che ci fosse una legge nazionale sulla materia. Da oggi le famiglie piemontesi sono più sole, l’interesse del minore è subordinato a quello dell’adulto e l’affido è ufficialmente sotto attacco. Si torna indietro di oltre 50 anni, cancellando conquiste culturali e giuridiche che, seguendo il principio secondo cui nessuna famiglia è sola, ma è affiancata da una comunità che la supporta nei momenti di difficoltà, hanno permesso di salvare tanti bambini e famiglie. Allontanamento zero manda in frantumi queste conquiste e mette una bandierina ideologica fondata sull’esaltazione dei legami di sangue e sulla concezione della famiglia come mondo privato idealizzato in cui nessuno si deve intromettere. La destra piemontese sventola orgogliosamente questa bandierina, sulle macerie del diritto e sulle sofferenze dei bambini, ma non fa i conti con una realtà complessa e con i vincoli giuridici sovra regionali. Una legge sui bambini, che nasce senza confronto e senza risorse aggiuntive, è un fallimento annunciato”.

“Oggi il centrodestra in Consiglio regionale ha scritto una pagina nera, l’ennesima di questa legislatura” hanno detto i consiglieri del M5S Sarah Disabato, Sean Sacco e Ivano Martinetti “l’approvazione del DDL “Allontanamento zero” rappresenta una profonda ferita per la nostra regione, per i minori ed il sistema sociale. Una norma ideologica, nata su presupposti sbagliati e destinata a produrre effetti devastanti. Secondo la vulgata del Centrodestra gli allontanamenti dei minori dalle famiglie avverrebbero per motivi economici, ma la realtà è ben diversa, come hanno evidenziato tutti i professionisti ascoltati finora tra in Consiglio regionale ed i numeri raccontano una realtà ben diversa da quella raccontata dalla giunta Cirio. Numeri e dati che dimostrano un aumento di violenze ed abusi del 137% in soli 10 anni, con un bambino vittima di infanticidio ogni due settimane. E il cosiddetto allontanamento zero non può far altro che peggiorare questo trend. Sono già previste dalla normativa nazionale sostegni e aiuti per le famiglie in difficoltà economica, uno fra tutti il reddito di cittadinanza, una misura che secondo “Save the children” ha permesso a milioni di bambini di condurre una vita dignitosa. Circa l’80% degli allontanamenti è riconducibile a gravi carenze delle capacità genitoriali per problematiche legate alle dipendenze, a patologie psichiatriche, a maltrattamenti fisico-psicologici, a trascuranze gravi o abusi sessuali. In questi casi l’intervento dei servizi sociali salva le vite. Siamo convinti che, in caso di cambio di governo regionale, l’eliminazione della legge allontanamento zero rappresenti una priorità assoluta”.

“Oggi si è concluso l’iter di approvazione del ddl Allontanamento zero, provvedimento che, come gruppo consigliare Liberi Uguali e Verdi, abbiamo avversato fin dalla sua presentazione, accogliendo le preoccupazioni espresse dagli operatori sociali, dai sindaci, dalle famiglie affidatarie. Una legge viziata da un pregiudizio di fondo, contro tutto il sistema di tutela dei minori oggi presente in Piemonte, accusato ancora oggi nel dibattito in aula di sottrazione di minori” ha dichiarato la Capogruppo di Liberi Uguali Verdi, Silvana Accossato.Questa legge, o sicuramente la narrazione che la maggioranza ne sta dando, anziché aiutare i minori in situazione di difficoltà, delegittima e intimidisce il lavoro dei servizi sociali e delle famiglie affidatarie; aumenta i conflitti tra famiglie d’origine e servizi sociali; non aggiunge risorse al sistema ma, con una dubbia ingerenza nell’autonomia decisionale dei consorzi e degli enti locali, vincola soltanto una parte dei fondi già esistenti” – prosegue Accossato. – “Una pessima legge di cui non si sentiva il bisogno, per questo il voto di Liberi Uguali Verdi è stato convintamente negativo”.

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