Autore Redazione
giovedì
30 Gennaio 2020
13:33
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Cronaca - Alessandria

Inferno in casa: 18enne massacrata di botte dal marito e liberata dalla Polizia

L'uomo ora è in carcere per maltrattamenti, lesioni aggravate e sequestro di persona.
Inferno in casa: 18enne massacrata di botte dal marito e liberata dalla Polizia

 

AGGIORNAMENTO – Durava da qualche anno l’incubo di una giovane donna di 18 anni di origine serba residente a San Michele, salvata dalla violenza del marito dagli uomini della Squadra Mobile di Alessandria. Lui, un connazionale di 19 anni la doveva educare”, come aveva raccontato a un vicino che aveva provato a placare l’ira del giovane.

Per farlo l’uomo colpiva la giovane moglie con schiaffi, calci e la portava anche sulle rive del Tanaro per sfogare la sua violenza, lontano da occhi e orecchie indiscrete. L’ha presumibilmente portata in quel luogo anche lo scorso 17 gennaio, dopo averla scaraventata giù dalle scale e trascinata per i capelli dentro l’auto.

Quel pomeriggio l’uomo voleva delle cartine per le sigarette e quando la moglie aveva chiesto di avere il tempo di vestirsi lui aveva sferrato un primo schiaffo. Di fronte all’aggressività crescente dell’uomo la donna aveva provato a rifugiarsi da una vicina. Aveva bussato con la forza del terrore a quella porta. Il marito, però, era stato più veloce. L’aveva raggiunta e dopo averla colpita con un calcio l’aveva poi costretta in auto con la forza.

Per circa due ore quel pomeriggio la giovane era rimasta in quella macchina, continuando a ricevere i violenti colpi del marito che le hanno fratturato lo zigomo, le ossa del naso in più punti e che le hanno causato anche un grave trauma cranico. Per fermare la violenza dell’uomo aveva provato ad appellarsi allo spirito paterno del marito. “Portami a casa, devo allattare i bambini”. Quel marito, però, era stato sordo alle parole della donna, così come era stato cieco alla presenza dei tre figli, il più grande di soli tre anni, quando aveva sfogato la violenza sulla moglie.

Per fortuna i poliziotti della Squadra Mobile, allertati dai vicini di casa della coppia, lo scorso 17 gennaio sono riusciti a rintracciare la vettura mentre entrava in una stazione di servizio e trarre in salvo la donna.

Non l’ho picchiata” ha detto l’uomo alla Polizia. Ha negato quella violenza che era però impressa sul volto tumefatto della giovane moglie e sulle stesse mani dell’uomo, che nella furia dei colpi ha perso una delle unghie.

I successivi accertamenti della Polizia hanno poi permesso di ricostruire la drammatica quotidianità della donna, fatta di schiaffi, calci e anche di penne conficcate con violenza nelle gambe. Grazie alla Polizia la giovane ora è in luogo sicuro, lontana dalle mura di quell’abitazione dove veniva maltrattata e picchiata, magari perché non aveva cucinato, pulito o stirato come pretendeva il marito. Lui, nonostante la giovane età già denunciato per reati contro il patrimonio, spaccio di droga e per rapina e violenza sessuale nei confronti di una donna rumena, è invece in carcere, accusato di sequestro di persona, maltrattamenti e lesioni.

Grazie alla segnalazione dei vicini, lo scorso 17 gennaio la Polizia è arrivata “in tempo.  Nel raccontare il dramma vissuto dalla giovane donna residente a San Michele, il Dirigente della Squadra Mobile, Marco Poggi e il Questore di Alessandria, Michele Morelli, insieme  al Vice capo di Gabinetto della Questura, Valentina Ferrareis, hanno rinnovato l’appello a non sottovalutare e soprattutto a denunciare le violenze perché uno schiaffo non è, e non deve mai essere considerato, “solo uno schiaffo”.

 

ALESSANDRIA – Durava da qualche anno l’incubo di una giovane donna di 18 anni di origine serba residente a San Michele, salvata dalla violenza del marito dagli uomini della Squadra Mobile di Alessandria. Lui, un connazionale di 19 anni “la doveva educare”, come aveva raccontato una volta a un vicino che aveva provato a placare l’ira del giovane.

Per farlo l’uomo colpiva la giovane moglie con schiaffi, calci e la portava anche sulle rive del Tanaro per sfogare la sua violenza, lontano da occhi e orecchie indiscrete. L’ha presumibilmente portata in quel luogo anche lo scorso 17 gennaio, dopo averla scaraventata giù dalle scale e trascinata per i capelli dentro l’auto.

Per due ore quel pomeriggio la donna è rimasta in quella vettura, continuando a ricevere i violenti colpi del marito che le hanno fratturato lo zigomo, le ossa del naso in più punti e che le hanno causato anche un grave trauma cranico. Per fortuna i poliziotti della Squadra Mobile, allertati da una vicina di casa della coppia, sono riusciti a rintracciare la vettura mentre entrava in una stazione di servizio.

Tratta in salvo la donna hanno arrestato il marito, ancora in carcere con l’accusa di maltrattamenti, lesioni aggravate sequestro di persona.

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