Autore Redazione
giovedì
29 Aprile 2021
07:05
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Cronaca - Alessandria

Confartigianato chiede un ‘coprifuoco morbido’ per salvare le aziende

Confartigianato chiede un ‘coprifuoco morbido’ per salvare le aziende

ALESSANDRIA – ”Posticipare alle 23 la chiusura di pizzerie, gelaterie, bar e ristoranti e consentire il rientro verso casa con un ‘coprifuoco morbido’. Lo meritano tutte le imprese che, in questi lunghissimi 12 mesi, hanno sofferto, perso fatturato e clienti ma che, quando hanno potuto, hanno lavorato in sicurezza, dopo aver investito per garantire ineccepibili condizioni di tutela della salute di tutti”. A chiederlo a Governo e Regione Piemonte è Confartigianato Torino commentando in una nota il Dl Riaperture.
I criteri e le condizioni imposte per le riaperture delle imprese legate all’alimentazione e ristorazione – commenta Dino De Santis, presidente di Confartigianato Torino – appaiono ingiustificati nei confronti di attività che hanno puntato sulla prevenzione e dimostrato di non incidere in alcun modo sull’andamento dei contagi. E appaiono ancora più incomprensibili se si considera che lo scorso anno le attività di ristorazione furono fatte riaprire il 16 maggio, senza vaccini e vaccinati”.

Giudicando, poi, discriminatorie le regole che privilegiano le imprese che dispongono di spazi all’aperto, Confartigianato Torino rileva che ‘‘le scelte intraprese finora dal Governo, seppur fatte per tutelare la salute di tutti e non ricadere nell’incubo delle chiusure, appaiono però insufficienti e penalizzanti.”
Considerata la campagna vaccinale e l’avvicinarsi della stagione estiva, ci aspettavamo ben altre decisioni – conclude De Santis – queste infatti rischiano di condizionare negativamente l’inizio della stagione turistica. Non vorremmo che il tutto si ripercuotesse anche sul resto dell’estate. La sensazione è quella che, alcune decisioni, vengano prese quasi automaticamente senza comprendere la realtà delle nostre attività. E un eventuale rigido coprifuoco alle 22 a luglio e agosto significherebbe disincentivare completamente il turismo e tutto l’indotto che esso comporta”.

In Piemonte, secondo i dati dell’Ufficio Studi di Confartigianato, oltre a bar e ristoranti, il mondo dell’alimentazione è composto anche da realtà che forniscono gli esercenti anche di prodotti freschi, semilavorati e pronti. Pertanto la chiusura alle 22, impatta anche su attività economiche come panifici, caseifici, salumifici, birrifici e produttori di bevande, aziende conserviere e della trasformazione dei prodotti orticoli ma anche aziende del trasporto merci, lavanderie e delle pulizie.

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