Autore Redazione
mercoledì
1 Novembre 2023
14:10
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Cronaca - Acqui Terme

L’associazione Rilanciamo Acqui lancia l’allarme sulle Terme: “Nuovo stop del reparto inalazioni”

L’associazione Rilanciamo Acqui lancia l’allarme sulle Terme: “Nuovo stop del reparto inalazioni”

ACQUI TERME – “Fine anticipata della stagione?“. Il presidente della associazione “Rilanciamo Acqui“, Gualberto Ranieri ha lanciato l’allarme rispetto alle Terme e alla loro “stagione travagliata“. In particolare Ranieri ha sottolineato che questo mercoledì mattina è stato annunciato telefonicamente ai clienti un terzo stop del reparto inalazioni. 

“Nel corso della telefonata” ha aggiunto Ranieri “è stato detto che, qualora la caldaia non venga riparata entro il 25 novembre, data di chiusura dell’attuale stagione termale, potrebbero essere emessi dei voucher per l’anno prossimo. È, o dovrebbe essere, buona norma – anche in questi tempi dove la passione per lo sparo sembra incontenibile nei quattro angoli del globo – “non sparare sulla Croce Rossa”, laddove, in questo caso, per Croce Rossa s’intende l’azienda termale che fa capo alla genovese, con sede in via Rio Torbido, Finsystems amministrata da Alessandro Pater”. 

Ranieri ha poi riavvolto il nastro rispetto a questo 2023: “Un avvio d’anno all’insegna di un duro scontro tra proprietà delle terme e amministrazioni pubbliche, nonostante l’attuale Sindaco di Acqui Terme, Danilo Rapetti, affermi di far di tutto per mantenere un dialogo con la proprietà. Quest’ultima, sulla quale corrono le voci più disparate ma – si afferma con convinzione – per quanto strane, verosimili, e abbondano i pettegolezzi, è oggetto di scherno, irritazione, sbalordimento per apparentemente non essere oggetto di attenzione nell’ambito del controllo e della vigilanza (chi vuol capire, intenda), è irritata perché la Regione Piemonte ha deliberato la fine delle concessioni eterne realizzando quanto contemplato dalla direttiva Bolkestein che risale al 2006 (evviva). Epperò, 800 mila euro a fondo perduto a favore delle realtà concessionarie delle fonti termali di tutto il Piemonte, per il supporto delle attività ordinarie, la promozione delle riaperture stagionali e il ripristino dei flussi turistici più altri 200 mila euro destinati a voucher utilizzabili dai turisti per la fruizione, a prezzi scontati, dei servizi offerti negli stabilimenti termali stanziati dall’amministrazione presieduta da Alberto Cirio ammorbidiscono il clima in via Rio Torbido. In cambio, i destinatari (sia chiaro, le terme di Acqui non sono le uniche destinatarie dei soldi regionali, ma l’obolo si aggira intorno ai 180 mila euro) sono costretti a impegnarsi di aprire gli stabilimenti (almeno uno nel caso acquese, ovvero quello in centro, in via XX Settembre) per nientepopodimeno che cinque mesi. E non è detto per quante ore. Basta che, almeno per un po’, la porta sia aperta. Infatti, ad Acqui, l’orario è dalle 8 alle 12. Il 15 maggio, l’apertura della stagione termale coincide con quella della campagna elettorale per le consultazioni regionali di fine giugno 2024. Presidente Cirio, assessori, autorità amministrative affollano il civico 6 di via XX Settembre, foto ricordo, entusiasmo, promesse. Sottovoce si apprende che il reparto inalazioni non è pronto. Gli acciacchi che avevano causato la chiusura anticipata l’anno prima non erano stati curati. Sicché l’avvio delle inalazioni slitta al 5 giugno. Poi c’è una ricaduta il 23 ottobre. Poi la telefonata odierna”. 

“Non interessa qui speculare ha concluso il presidente di Rilanciamo Acqui “se la stagione del reparto inalazioni sia terminata ieri oppure no. Basta osservare i fatti e cioè che il reparto non sta bene, ha necessità di cure, il che vuol dire spendere, fare investimenti, assoldare esperti del settore, i quali, verosimilmente, non sono dei filantropi che lavorano per la gloria e, dunque costano. Tutti verbi che, si dice, provochino allergia a via del Rio Torbido. Così come c’è allergia per riconsegnare al turismo acquese quattro alberghi (Grand Hotel, Roma Imperiale, Talice Radicati, Regina) che contengono quasi 300 camere, e la spa Lago delle sorgenti e la piscina. Si racconta di trattative a singhiozzo, abortite un giorno e riprese dopo poco. Con tante domande lasciate senza risposta a cominciare da una: che gusto si prova a essere irriso nel mondo del business turistico-alberghiero, in quello termale, della politica, dell’opinione pubblica? Nel frattempo, attendiamo i soccorritori dell’impianto termale augurando loro di riparare il riparabile. Infine, una domanda alla Regione Piemonte. Visto che la stagione termale non ha rispettato il termine dei cinque mesi, rivedrete il conteggio dei soldi destinati a Terme di Acqui S.p.A.?”

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