Autore Redazione
lunedì
27 Giugno 2016
22:14
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Cronaca - Casale Monferrato

Lavoratori della clinica Sant’Anna pronti alla mobilitazione dopo i no della proprietà

Lavoratori della clinica Sant’Anna pronti alla mobilitazione dopo i no della proprietà

CASALE MONFERRATO – Lavoratori e sindacati sono sul piede di guerra con la proprietà della Clinica Sant’Anna di Casale. La dirigenza infatti, vista l’ormai certa assegnazione alla clinica di 72 posti letto per la riabilitazione psichiatrica, ha comunicato l’intenzione di procedere con licenziamenti e drastiche riduzioni del numero di ore lavorate con riduzione del salario. La richiesta di attivazione degli ammortizzatori sociali la clinica, sostengono i sindacati, è stata ignorata perché ritenuta “eccessivamente onerosa” dall’azienda.

Per questo è stato annunciato lo stato di agitazione con la possibilità di uno sciopero a breve. La Funzione Pubblica Cgil, insieme a Cisl e Uil hanno chiesto un incontro urgente per l’apertura di un tavolo di crisi “al fine di individuare soluzioni per la salvaguardia dell’occupazione e il mantenimento delle professionalità e per risolvere, ci auguriamo, la vertenza nell’interesse dei lavoratori e dei cittadini”.

La Clinica S. Anna di Casale Monferrato, che oggi occupa circa 53 dipendenti, già alla fine del 2015 aveva manifestato una grave situazione aziendale per il dimezzamento del budget assegnato. Questo aveva determinato l’annunciata necessità di intervenire nella riorganizzazione dei quadri occupazionali. La clinica richiese alla Regione Piemonte una proroga di 6 mesi al fine di proseguire l’ attività chirurgica della casa di cura in attesa della definizione da parte regionale dei livelli organizzativi.

La conseguenza fu – hanno spiegato i sindacati – che la clinica disdettò il contratto di appalto con la ditta fornitrice del servizio di pulizia con l’apertura di una procedura di licenziamento collettivo nei confronti dei lavoratori, proponendo agli operatori Oss di ridurre del 50% il monte ore contrattuale e conseguentemente il loro salario. In più questi ultimi vennero adibiti a mansioni di pulizia, in applicazione del “demansionamento” previsto dal Jobs Act”. Stessa sorte è toccata ad altro personale, come ad esempio il personale dell’ufficio accettazione, impiegati amministrativi e tecnici di radiologia, costretto a subire la riduzione del monte ore contrattuale. “La Funzione Pubblica Cgil, contraria sin da subito alle posizioni aziendali manifestò il proprio disappunto perché  alcune scelte avrebbero riguardato solo i lavoratori che da anni operano nella clinica e che ogni giorno con impegno e fatica garantiscono ai pazienti cure ed assistenza adeguate e che hanno diritto a mantenere le loro professionalità”.

L’ultimo confronto, avvenuto a maggio, con la direzione della clinica ha portato a un’evoluzione considerata negativa dalle parti sociali che ora, dopo l’ultima assemblea dei lavoratori, hanno deciso di alzare la voce. 

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