Autore Redazione
martedì
21 Giugno 2016
03:26
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Politica - Alessandria

Prostituzione: ad Alessandria almeno 20 nigeriane vittime di tratta. “Ogni ragazza frutta al suo aguzzino 50 mila euro all’anno.”

Prostituzione: ad Alessandria almeno 20 nigeriane vittime di tratta. “Ogni ragazza frutta al suo aguzzino 50 mila euro all’anno.”

ALESSANDRIA – Da un anno il Comune di Alessandria ha avviato un percorso per l’analisi e il monitoraggio del fenomeno della prostituzione insieme a tanti soggetti istituzionali e associativi, dalla Prefettura alla Questura e la Polizia Municipale, fino al Cissaca, me.Dea, l’associazione Piam e la Comunità di San Benedetto al Porto. Ieri tutti questi soggetti si sono trovati per una conferenza aperta agli addetti ai lavori e ai consiglieri della Commissione Politiche Sociali di Alessandria. In città, è stato sottolineato, esercitano ragazze soprattutto nigeriane, rumene e albanesi. Connesso alla prostituzione è il fenomeno della tratta dei migranti dai paesi più poveri. Si intitola “Piemonte in Rete contro la tratta” il nuovo bando regionale che vedrà anche Alessandria tra le città coinvolte.

Riguarda in particolare le prostitute nigeriane” ha sottolineato Marika Viscovo, dirigente dell’Ufficio Immigrazione della Questura di Alessandria “di recente ne abbiamo monitorate 20. Arrivano in città in treno da Asti, Genova e Torino. Sono gestite dalla criminalità. Sono state costrette a partire dal loro paese, magari anche perchè ricattate, con la minaccia di possibili sequestri dei propri parenti. Hanno molta paura dei loro aguzzini ma anche della Polizia stessa e non è semplice avvicinarle per darle una mano. Quando vedono la Polizia scappano, anche quelle che sono regolari sul nostro territorio. Invece la loro collaborazione è fondamentale. La Questura è poi in grado di fornire un permesso temporaneo per motivi di prevenzione, della durata di sei mesi e rinnovabile per un anno. Le prostitute rumene, invece, non sono solo vittime ma in molti casi hanno un ruolo attivo nello spaccio di stupefacenti.”

“Non tutte sono vittime” ha confermato su questo Giuseppe Ceravolo, della Polizia Municipale “ad Alessandria alcune donne nigeriane che hanno pagato il debito con i loro aguzzini passano dall’altra parte gestendo tre o quattro connazionali più giovani, diventando le cosiddette “maman”. Esistono poi alcuni transessuali sieropositivi che si prostituiscono. Non è semplice operare visto che non possiamo consultare la banca dati delle forze dell’ordine.”

Una volta avvicinate, poi, queste ragazze possono così entrare nella rete di protezione coordinata dal Cissaca: “Negli ultimi due anni ne abbiamo seguite circa 15” ha detto Cinzia Sprianodonne tra i 17 e i 55 anni, con un livello basso di istruzione. Oltre che dalla Nigeria provengono da paesi dell’est, dal marocco, o dal sudamerica nel caso delle persone transessuali. Sono spesso donne in pericolo di vita. Spesso ci raccontano di sentirsi “morte dentro”, di non avere altra scelta alla strada, hanno paura di quello che potrebbe capitare loro domani. Per entrare in contatto con loro sono importantissime le mediatrici culturali, ragazze che parlano la loro lingua, anche il loro dialetto se vengono da particolari zone. A noi chiedono un supporto psicologico e legale.”

“Per le organizzazioni criminali che le gestiscono le ragazze rappresentano un guadagno di 50 mila euro all’anno, l’una.” ha sottolineato Alberto Mossino, dell’associazione Piam di Asti.

E le prostitute in strada rappresentano una minima parte, la maggioranza lavora nelle case. Per avviare politiche di sostegno è fondamentale conoscerle, coinvolgerle” ha aggiunto Fabio Scaltritti, della Comunità San Benedetto al Porto. “Niente su di noi, senza di noi” lo slogan del manifesto per i diritti delle sex workers che ha già preso piede a livello mondiale.

 “Il tutto nasce da un rapporto squilibrato di poteri tra generi” ha detto Carlotta Sartorio, di me.Dea “e in alcuni casi le donne sono vittime di violenza da parte dei loro clienti.”

“L’amministrazione vuole farsi carico di questo fenomeno” ha detto l’assessore alle Politiche Sociali Mauro Cattaneo “attraverso un intervento coordinato: fondamentale è la rete tra operatori pubblici e privati. Anche ad Alessandria la prostituzione è molto diffusa, soprattutto in domicili privati e questo purtroppo non desta scandalo.”

Tra le promotrici del confronto di ieri la presidente della Commissione Politiche Sociali, Rossella Procopio: “Il lavoro in rete è fondamentale per l’analisi di questi fenomeni complessi. Per combatterli occorre prima conoscerli in un’ottica multidimensionale.”

 “La scelta di lavorare in strada è legata alle alternative economiche” ha detto Chiara Bertone, presidente del corso di laurea in Scienze Sociali dell’Università del Piemonte Orientale “per contrastare la prostituzione servono quindi politiche del lavoro, atti che riducano le disuguaglianze sociali e che affrontino il fenomeno migratorio.”

Francesco Conti

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