Autore Redazione
giovedì
21 Luglio 2016
22:00
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Politica - Alessandria

Buona Scuola: sindacati sul piede di guerra per la chiamata diretta dei docenti

Buona Scuola: sindacati sul piede di guerra per la chiamata diretta dei docenti

PROVINCIA – La nuova rivoluzione introdotta dalla Buona Scuola, la chiamata diretta da parte dei dirigenti dei docenti con titolarità sugli ambiti territoriali, ha tempi stretti, anzi, “strettissimi” secondo i sindacati di categoria, sul piede di guerra per un nuovo sistema “deciso e imposto unilateralmente dal Miur”. Anche Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals e Gilda Unams della provincia di Alessandria sono in fibrillazione. “Dal prossimo anno scolastico – hanno spiegato – gli insegnanti che saranno titolari solo sugli ambiti territoriali e non sulle scuole saranno assegnati agli istituti sulla base di competenze ed esperienze“. Fin qui sembrerebbe nulla di male se non fosse che “spariranno l’anzianità di servizio, prevista come elemento qualificante in tutti gli Stati europei, e i diritti acquisiti”.

Le parti sociali, hanno ricordato Serena Morando di Flc Cgil, Carlo Cervi di Cisl Scuola, Giovanni Guglielmi di Uil Scuola, Maria Grazia Bodellini Snals e Daniela Bulzomì di Gilda Unams, avevano chiesto di stabilire “criteri oggettivi e trasparenti”, per impedire da un lato che l’assegnazione dei docenti alle scuole fosse lasciata “alla più ampia discrezionalità dei dirigenti“, dall’altro per tutelare gli stessi presidi che , secondo i sindacati, con questo sistema di reclutamento rischiano “una molteplicità” di ricorsi da parte degli insegnanti che si ritenessero defraudati dei loro diritti. Fino allo scorso anno, ha ricordato Carlo Cervi di Cisl Scuola a Radio Gold, i docenti trovavano la scuola di servizio sulla base di graduatorie che rappresentavano “garanzia di trasparenza ed equità“. Tra una manciata di giorni quei punteggi non avranno più valore. “Saranno i dirigenti scolastici a scegliere gli insegnanti, selezionando i curricula che meglio si adatteranno alle esigenze del loro Piano triennale dell’offerta formativa”. Gli insegnanti “a chiamata diretta” resteranno stabilmente in cattedra proprio per tre anni “poi il dirigente potrà decidere se confermarli o no e in questo secondo caso torneranno nel bacino dell’ambito territoriale dove l’insegnante potrebbe poi essere ripescato da un altro dirigente o ricollocato dall’Ufficio scolastico regionale, anche se ancora non sappiano con quali criteri”. Per il segretario Cisl Scuola Alessandria con questo sistema si rischia “una mercificazione dell’insegnamento. “Tasto dolente” della chiamata diretta, ha aggiunto Cervi, è infatti anche la lista dei requisiti degli insegnati elaborata dal Miur. “Sulla base di questo elenco il dirigente dovrà individuare quelli più coerenti al suo piano triennale e quindi aprire la selezione. Tra questi criteri ce ne sono però alcuni che si prestano troppo alla valutazione soggettiva del dirigente, tipo essere stato collaboratore del preside per un certo numero di anni. Un periodo di lavoro nello staff del dirigente oppure aver partecipato a un determinato corso di formazione, che spesso si segue online e a pagamento, potrebbe contare di più dell’esperienza”. Sui “criteri”, ha ricordato, Cisl Scuola, Uil Scuola, Flc Cgil, Snals e Gilda Unams, avevano chiesto “tempi più distesi, per arrivare a definire requisiti più oggettivi e trasparenti” . “Il Ministero, invece, si è arroccato su una rigida interpretazione della norma, dando ai dirigenti tutti i poteri e le incombenze per chiamare direttamente gli insegnanti“. Anche i dirigenti con questa rivoluzione avranno non pochi problemi, innanzitutto per rispettare il rigido cronoprogramma fissato dal Ministero. Decisi i criteri i dirigenti dovranno avviare il meccanismo del reclutamento attraverso avvisi pubblici. Gli insegnanti a quel punto manderanno i loro curricula che i presidi dovranno esaminare per poi decidere, eventualmente anche convocando i docenti per un colloquio. La proposta di incarico, ha aggiunto il segretario Cisl Scuola , dovrebbe poi essere accettata dal docente e trasmessa all’Ufficio scolastico Regionale. “Tutti questo entro il 15 settembre. Calcolando che siamo a fine luglio i tempi non sono sufficienti per svolgere tutta queste operazioni che nell’idea del Ministero si possono fare da un giorno all’altro”.

 

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