Autore Redazione
mercoledì
6 Dicembre 2017
13:25
Condividi
- Alessandria

Antibiotico resistenza: a che punto siamo

Antibiotico resistenza: a che punto siamo

OBIETTIVO SALUTE – Il mondo sta esaurendo gli antibiotici: è il richiamo, pesante, dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Un problema mondiale causato da un uso eccessivo e da un uso improprio. Il tutto sta provocando la perdita di efficacia degli antibiotici. In Italia, secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità, per la maggior parte dei microrganismi sotto sorveglianza ,la situazione appare stabile, con un alto numero di infezioni causate da microrganismi multiresistenti, ma nuove resistenze riemergono.

La percentuale di MRSA (Staphylococcus aureus resistente alla meticillina) oscilla da anni (da quando è iniziata la sorveglianza alla fine degli anni 90’) intorno al 33-34%, pur con ampie variazioni da laboratorio a laboratorio. Ma nel corso del tempo sono comparsi e si sono aggiunti altri microrganismi multiresistenti, quali i ceppi di Enterobatteri resistenti ai carbapenemi (CPE). Tra questi, nel nostro paese è diffusa soprattutto Klebsiella pneumoniae che è resistente a quasi tutti gli antibiotici disponibili, e che, secondo il recente Report della Sorveglianza Nazionale delle batteriemie da CPE, provoca almeno 2000 casi di batteriemia per anno. Anche Escherichia coli ha raggiunto da alcuni anni e mantiene le stesse alte percentuali di resistenza alle cefalosporine di terza generazione (30%) e ai fluorochinoloni (43%).

Come fare quindi? “Utilizzare gli antibiotici in modo responsabile è una responsabilità di tutti” seguendo l’invito contenuto nello slogan della decima edizione della Giornata europea degli antibiotici dello scorso 18 novembre.

Una responsabilità di tutti, in quanto come ricorda anche il Ministero della Salute che ha recentemente approvato il “Piano nazionale di contrasto all’antimicrobico-resistenza” è necessario affrontare e contrastare in maniera efficace un fenomeno, che non riguarda solo l’ambito umano, ma interessa da vicino anche il settore veterinario e quello della produzione degli alimenti, senza dimenticare le ripercussioni sull’ambiente.

Condividi