Autore Redazione
sabato
3 Novembre 2012
00:00
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Cronaca - Casale Monferrato

Altre irregolarita’ in un negozio di compravendita oro

Altre irregolarita’ in un negozio di compravendita oro

La reiterata violazione dell’obbligo di registrazione delle operazioni giornaliere di compravendita di oro hanno indotto il Questore di Alessandria, Filippo Dispenza, a sospendere per tre mesi “la licenza di pubblica sicurezza per l’esercizio del commercio di oggetti preziosi di una società con sede a Valenza e con diversi negozi di ‘compro oro’ ubicati in provincia”.

Il provvedimento è stato emanato il 30 ottobre dopo una serie di controlli compiuti dal commissariato di Casale in un negozio nel centro della città monferrina. Lo stesso esercizio, il 9 marzo, aveva infatti evidenziato irregolarità per il mancato aggiornamento del registro delle operazioni giornaliere di compravendita di oggetti preziosi e della loro alienazione prima dei previsti dieci giorni dalla ricezione. Per quelle violazioni a un valenzano di 52 anni, titolare della licenza, era stata elevata una sanzione pecuniaria di 600 euro. Il 24 ottobre però la polizia ha accertato nuove irregolarità. Due donne anziane si erano recate nell’esercizio di Casale per vendere dell’oro e in entrambi i casi, “ne erano uscite senza che la transazione fosse trascritta nell’apposito registro e senza alcuna ricevuta”. Una delle donne, sentita dagli agenti, ha spiegato di non aver avuto il coraggio di chiedere la ricevuta per non dover esporre i motivi personali che l’avevano indotta alla cessione dei propri preziosi, ricordi di famiglia. L’altra venditrice aveva invece venduto una spilla con impresso il nome della figlia. Due transazioni per un valore complessivo di 500 euro.

I poliziotti hanno quindi proceduto ad un controllo all’interno dell’esercizio constatando che “le operazioni di acquisto erano state compiute compilando un foglio nel quale non veniva  neppure  specificata la quantità e qualità degli oggetti comprati”. Inoltre dal registro di carico dell’esercizio emergeva l’assenza di operazioni da circa due mesi. “L’esame degli atti ha evidenziato che, nel corso dell’anno solare, risultavano registrate poche decine di operazioni”.
Secondo gli inquirenti al di là della violazione amministrativa il rischio è che condotte di questo tipo “possano creare le condizioni per coprire acquisti di oggetti in oro da soggetti non titolati quali minorenni o che siano privi di documenti d’identità validi. Tra l’altro la gestione scorretta di un’attività delicata come il commercio dei preziosi e in special modo dell’acquisto di oggetti in oro, in un momento di crisi economica, rischia di “approfittarsi” delle categorie più deboli della popolazione, spesso costrette a privarsi dei di oggetti di valore e di ricordi per poter far fronte alle esigenze quotidiane”.

L’operazione compiuta dalla Questura di Alessandria oltre a sorprendere azioni irregolari ha anche lo scopo “di scoraggiare i titolari di licenza di commercio di preziosi  non rispettosi delle norme e di tutelare tutti quelli che invece intendono svolgere tale delicata attività a fini esclusivamente imprenditoriali”.

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