Autore Redazione
mercoledì
19 Febbraio 2014
00:00
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Cronaca - Valenza

La storia di Graziella: disoccupata con un curriculum in mano e tante porte sbattute in faccia

La storia di Graziella: disoccupata con un curriculum in mano e tante porte sbattute in faccia

Un messaggio nei giorni scorsi ha colpito la nostra redazione ed è quello di una signora di 52 anni, cittadina di Valenza, rimasta senza lavoro da quasi un anno. Come molte persone in questo periodo è alla ricerca di un posto per poter guadagnare un briciolo di tranquillità e quindi, curriculum in mano, si presenta nelle sedi delle aziende rimaste in provincia. In tasca solo brandelli di speranza e sulle labbra il ritaglio di un sorriso, le sparute armi da sfoggiare ogni volta che si presenta davanti agli impiegati delle varie ditte, una volta varcata la porta. Lei si chiama Graziella e in un momento di sconforto ha voluto sottolineare con amarezza e dolore la situazione che con sempre più frequenza si verifica ogni volta che presenta il suo documento: “sono rimasta amareggiata per l’accoglienza di certe ditte. Arrivi lì e le persone ti guardano allibite e poi ti chiedono: “cos’è questa roba?”. Non capiscono che tu arrivi lì e porti semplicemente una busta con un curriculum. Hai unicmante bisogno di lavorare come tutti, per tirare avanti e arrivare a fine mese. E’ umiliante essere ricevuti così. Io non mi aspetto riverenze, mi aspetto solo un po’ di educazione”.
Il rammarico più grande di Graziella è che in un momento economico di grande difficoltà anziché incassare una maggiore solidarietà è ormai sempre più frequente assistere ad atteggiamenti di grande ‘maleducazione’: “io capisco che tante persone abbiano paura che un altro possa insidiare il posto di lavoro, però io in queste settimane mi sono sentita davvero tanto umiliata. Vorrei un maggiore rispetto, non esiste umanità mentre in fin dei conti siamo tutti sulla stessa barca. Un giorno anche loro potrebbero essere in difficoltà, chi lo sa, quindi perché non guardarci con altri occhi, provare a capire la nostra situazione di persone bisognose di lavoro? Poi l’altra cosa fastidiosa è che quando spedisci il tuo curriculum non ricevi mai e poi mai una risposta. Perché non rispondono? Perché manca questo rispetto? Siamo tutti essere umani. Basterebbe dire semplicemente che in questo momento non c’è spazio. Invece i nostri sforzi rimangono congelati davanti a tanta freddezza”.

Graziella lavorava come operaia in un calzaturificio a Valenza, prima che l’azienda chiudesse. Ora vive con una figlia che lavora a Torino e guadagna 330 euro a fronte di 170 euro per gli spostamenti. Per questo Graziella è disposta a fare qualunque cosa pur di trovare una occupazione. La sua probabilmente è una storia come tante altre ma non per questo deve diventare la normalità.

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