Autore Redazione
martedì
14 Aprile 2020
12:24
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Cronaca - Alessandria

Coronavirus: NurSind replica a Unità di Crisi: “L’unico diritto che avete è chiedere scusa”

Coronavirus: NurSind replica a Unità di Crisi: “L’unico diritto che avete è chiedere scusa”

PIEMONTE – “L’unico diritto che avete è chiedere scusa”. NurSind, il sindacato delle professioni infermieristiche del Piemonte ha replicato così alle dichiarazioni dell’Unità di Crisi della Regione Piemonte durante la conferenza stampa di sabato scorso. 

“Né chi c’è oggi, né tanto meno chi c’era ieri ha il diritto di colpevolizzare nessuno se non loro stessi, i loro partiti e gli esponenti che li hanno preceduti per le scelte scellerate e assassine che hanno compiuto in materia sanitaria ha sottolineato Francesco Coppolella, della segreteria regionale Nursind “Non credo di poter essere smentito da nessuno se dico che molte delle persone che ci stanno lasciando sono anche il risultato dei quei tagli sistematici e costanti che avete operato sui servizi e sul personale, lo stesso personale che in questi giorni ringraziate continuamente e che fino a ieri trattavate solo come una spesa da ridurre, un peso, una zavorra”. 

Tanti sono morti per la letalità del virus ma molti ci hanno lasciati per la mancata assitenza quella di cui voi e vostri precedessori avevate la responsabilità di dover garantire. Avete chiuso ospedali, strutture, servizi, accorpato Asl e interi dipartimenti, oltre ad aver operato tagli sempre più consistenti sul personale, senza però dimenticare di piazzare i vostri amici. Avete tagliato migliaia di posti letto senza nessun potenziamento sul territorio e a domicilio, creando un sistema che andava in difficoltà già con una semplice influenza come abbiamo potuto assistere negli anni precedenti”.

“Noi, su questo non abbiamo risparmiato critiche a nessuno e non ci siamo risparmiati nel denunciarlo continuamente, qualunque fosse il colore di chi governava ma a seconda di chi c’era, queste erano polemiche sterili”.

“Nicoleta Berinde, infermiera di una RSA deceduta a casa sua, in attesa di un tampone, è la 28^ collega caduta sul lavoro. Resteranno cicatrici indelebili su noi infermieri e non solo sul piano fisico”.

Ci indigna anche per questo sentire Roberto Testi , pontificare in conferenza stampa sul ruolo sociale e sull’onore dei medici, dimenticando gli altri professionisti caduti in questa emergenza di cui non vediamo la fine.

“Antonio Rinaudo, magistrato in pensione, ci risparmi la retorica di chi chiamato a compiti istituzionali è sottratto ai propri affetti familiari, conosciamo il problema molto meglio di lui; ci spieghi piuttosto perché la Procura di cui fino a ieri ha fatto parte, ha sistematicamente ignorato le nostre segnalazioni sulle irregolarità dei luoghi di lavoro e sulle inefficienze che ne derivavano.

“Oggi la mancanza di lungimiranza, di pianificazione, di DPI e le immagini dei colleghi che operano sui mezzi di emergenza, vestiti con i sacchi della spazzatura rendono queste denunce quantomai attuali. Ci risparmi la giunta regionale lo scarica barile sulle precedenti amministrazioni con cui non siamo certo stati teneri. Queste inefficienze le conosciamo meglio di loro perché assieme ai cittadini, siamo stati i primi destinatari delle scellerate politiche dei tagli degli ultimi 10 anni peraltro gradite all’assessore Icardi”. 

“Quanto alle condizioni delle RSA, solo un cieco poteva ignorarle, negare questa evidenza richiede un esercizio di incompetenza e malafede. Lo abbiamo denunciato più volte pubblicamente”.

Apprendiamo inoltre dai media che il rappresentante di Confindustria piemonte, presidente delle RSA, non può giustificare il timore del personale sanitario che all’interno dei luoghi di lavoro teme per la propria incolumità e nessuno gli ha chiesto conto di queste affermazioni”.

Siamo fermamente convinti che si potesse fare meglio e se i componenti dell’unità di crisi regionale non tollerano lo stress delle critiche, tornino alle precedenti occupazioni, i pensionati per primi.

L’unica cosa che avete il dovere di fare è chiedere scusa, tacere e iniziare a lavorare per programmare il futuro con la speranza che sia servito tutto questo per compiere scelte diverse”. 

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