22 Luglio 2022
16:52
Gildo, l’uomo che fece di una passione un lavoro
VALENZA – Alla fine il tempo fugge sempre in fretta. E così un anno è già passato da quando Gildo Farinelli è mancato. Nel bene o nel male i mesi scorrono e fanno dimenticare le cose ma ricordare persone come Gildo è necessario. Lui infatti ha rappresentato quelle figure che, con perseveranza, catturano i sogni e ne fanno realtà. Aprì una radio privata e quello che per molti era stato un passatempo o un gioco divenne per lui un mestiere. Nessuno poteva insegnarlo, occorreva inventarlo, di sana pianta. È quello che fece. Così si commettevano errori ed esperimenti ma il tempo serviva a diventare ogni giorno più bravi, appunto, a imparare un mestiere nuovo.
Impossibile non amarlo quel lavoro perché lo stavi costruendo da solo, per te stesso e per gli altri. In tutto questo Valenza ha beneficiato prima sentendo la voce di Gildo alla radio, e poi toccando con mano il suo innato talento nel far ballare e divertire le persone. Gildo ha rappresentato il simbolo di una Valenza che usciva dai laboratori per trovare un po’ di svago. Era una boccata d’ossigeno per tutti i lavoratori che avevano trascorso il giorno davanti ad anelli o pietre preziose tra luci fioche e occhi pesanti. Gildo era un uomo di altri tempi, anzi, senza tempo. Perché nonostante le cose cambiassero lui sapeva sempre adeguarsi e sentire con anticipo dove sarebbero andati i gusti delle persone.
Farinelli era anche una celebrità senza essere una celebrità e probabilmente se fosse uscito da Valenza o dalla provincia avrebbe avuto un successo al pari di altri grandi dj. Il paradosso è stato proprio questo: un grande talento soffocato da una timidezza che non ti aspetti. Ogni volta che lasciava la sua città si scontrava con la sua paura ma alla fine è andata bene a Valenza, perché ha potuto sfruttare fino all’ultimo il suo grande senso della musica e più ancora quelle carezze di leggerezza. Il Palomar, il Valentia, le feste di paese erano la sua casa. Tutti scorci che raccontano la storia di una provincia, che spiegano cosa sia la passione e la caparbietà. Alla fine forse a Gildo è mancata solo la consacrazione fuori dall’Alessandrino. Ma egoisticamente a noi è andata bene così. Per questo a distanza di un anno non ci dimentichiamo di lui dicendo che sarebbe bello avere a Valenza qualcosa capace di ricordarlo. In fondo Gildo è stato e sarà sempre il più giovane di tutti: affamato di cose nuove e capace di inseguire sempre i sogni.