3 Dicembre 2015
23:00
Parte da Ovada il progetto sperimentale dell’Asl Al per un migliore utilizzo dei farmaci
OVADA – Parte da Ovada il progetto sperimentale dell’Asl Al per aiutare i cittadini a seguire con maggiore costanza le terapie farmacologiche e, al contempo, aiutarli a ridurre almeno alcune pastiglie sfruttando il cibo, quello sano, e l’attività fisica. Una corretta alimentazione e il movimento non sono semplici raccomandazioni, spesso avvertite solo come slogan, ma due medicine più potenti di molti farmaci. A dimostrarlo, ha spiegato Paola Varese, Primario della Medicina dell’Ospedale di Ovada, sono anche i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Per il cancro al seno, ad esempio, la chemioterapia riduce del 10% il rischio di recidiva, con dieta e ginnastica la percentuale sale a 40%. In alcuni casi, ovviamente, i farmaci sono veri e propri salvavita anche se i dati, ancora una volta, dimostrano come i malati cronici tendano ad abbandonare discrezionalmente le terapie.
In questo contesto l’Asl di Alessandria, “la provincia più anziana del Piemonte”, ha ricordato il Direttore Generale Gilberto Gentili ha ideato e avviato a Ovada il “Progetto di Integrazione della Continuità e Appropriatezza Socio-Sanitaria e Ospedaliera”, più semplicemente detto “P.I.C.A.S.S.O.”. Il progetto, che ha già ottenuto, tra gli altri, il patrocinio del Ministero della Salute, di Cittadinanza Attiva, dell’Ordine dei Medici della Provincia di Alessandria e della Fondazione Serono, si muove su tre vettori tutti strettamente legati: il Centro di Accoglienza delle Fragilità (C.A.F.), l’Osservazione Breve Territoriale (O.B.T.) e il progetto di ricerca “Primavengoio – per un migliore uso dei farmaci”. Grazie alla rete creata anche con i medici e gli infermieri di famiglia e con i farmacisti, l’Asl Al monitorerà l’adesione alla terapia dei pazienti ovadesi che potenzialmente potrebbero scordare di assumere i farmaci. “Non pensate solo agli anziani” ha precisato il dottor Gentili, perché tra i più “distratti” ci sono spesso persone tra i 45/50 anni che, forse prese dal lavoro o dalla frenesia della vita quotidiana, dimenticano di prendere le medicine, esponendosi così al rischio di un evento acuto. Aderendo spontaneamente al Centro di Accoglienza delle Fragilità nei locali della struttura sanitaria di Ovada i pazienti avranno quindi la garanzia di essere seguiti da un team di esperti nel loro percorso di cura.