29 Marzo 2016
18:02
Detenuto aggredisce un agente di polizia penitenziaria
ALESSANDRIA – Un agente di polizia penitenziaria del carcere Cantiello e Gaeta di Alessandria è stato aggredito da un detenuto. E’ successo questo martedì mattina. Secondo la ricostruzione del Sappe il Sindacato Autonomo di Polizia Penitenziaria un detenuto marocchino si è scagliato contro un agente nell’infermeria della struttura, colpendolo con calci e pugni. Gli altri colleghi in servizio sono subito intervenuti e hanno fermato il carcerato. “Il poliziotto aggredito ha riportato un sospetto trauma cranico ed è stato portato subito in ospedale per fare una Tac” ha detto Vicente Santilli, segretario regionale per il Piemonte del SAPPE “esprimo solidarietà e la vicinanza del SAPPE. L’aggressione è sintomatica del fatto che le tensioni e le criticità nel sistema dell’esecuzione della pena in Italia sono costanti. E la situazione è diventata allarmante per la Polizia Penitenziaria, che paga pesantemente in termini di stress e operatività questi gravi e continui episodi critici”.
Erano 236 i detenuti presenti nella Casa Circondariale alessandrina “Cantiello e Gaeta” il 29 febbraio scorso: 162 i condannati, 74 gli imputati. 136 gli stranieri ristretti, per una percentuale del 58% dei presenti.
Da Roma, il Segretario Generale del SAPPE Donato Capece aggiunge: “Le carceri sono più sicure assumendo gli Agenti di Polizia Penitenziaria che mancano, finanziando gli interventi per far funzionare i sistemi antiscavalcamento, potenziando i livelli di sicurezza delle carceri, espellendo i detenuti stranieri. Altro che la vigilanza dinamica, che vorrebbe meno ore i detenuti in cella senza però fare alcunchè. Le idee e i progetti dell’Amministrazione Penitenziaria, in questa direzione, si confermano ogni giorno di più fallimentari e sbagliati”.
Capece conclude sostenendo che “la Polizia Penitenziaria continua a ‘tenere botta’, nonostante le quotidiane aggressioni. Altro che dichiarazioni tranquillizzanti, altro che situazione tornata alla normalità, altro che le reazioni stizzite delle Camere Penali ai nostri costanti allarmi sulla critica quotidianità delle carceri italiane. Le polemiche strumentali e inutili come le loro non servono a nessuno. I problemi del carcere sono reali, come reale è il dato che gli eventi critici nei penitenziari sono in aumento da quando vi sono vigilanza dinamica e regime aperto per i detenuti”, aggiungee il leader del SAPPE. “Quelli del carcere non sono problemi da nascondere come la polvere sotto gli zerbini , ma criticità reali da risolvere. I numeri dei detenuti in Italia sarà pure calato, ma le aggressioni, le colluttazioni, i ferimenti, i tentati suicidi e purtroppo anche le morti per cause naturali si verificano costantemente, spesso a tutto danno delle condizioni lavorative della Polizia Penitenziaria che in carcere lavora 24 ore al giorno. Con buona pace di talune dichiarazioni corporative che non rappresentano affatto la realtà quotidiana che si vive nelle nostre strutture detentive. E’ sotto gli occhi di tutti che servono urgenti provvedimenti per frenare la spirale di tensione e violenza che ogni giorno coinvolge, loro malgrado, appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria nelle carceri italiane, per adulti e minori. Come dimostra quel che è accaduto questo martedì mattina nella Casa circondariale di Alessandria”.