Autore Redazione
lunedì
11 Dicembre 2023
07:30
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Tempo Libero - Piemonte

Un incanto nella nebbia. Recensione di “Quei miracoli della notte di Natale” a Revigliasco

Presentato ieri nell’ambito della rassegna Cuntè Munfrà e dell’Avvento Revigliaschese lo spettacolo itinerante teatral-musicale firmato da Tommaso Massimo Rotella
Un incanto nella nebbia. Recensione di “Quei miracoli della notte di Natale” a Revigliasco

REVIGLIASCO D’ASTI – Riscalda sempre il cuore immergersi nelle tradizioni natalizie e riscoprire la religiosità popolare, ma, di solito, ci si aspetta una, seppur piacevole, ripetitività narrativa priva di sorprese. “Quei miracoli della notte di Natale”, appuntamento di ieri, domenica 10 dicembre, della rassegna Cuntè Munfrà, inserito negli eventi dell’Avvento Revigliaschese, è un’eccezione, sorprende e spicca per qualità e originalità tra i tanti spettacoli/eventi natalizi. Cuntè Munfrà, organizzato da Casa degli alfieri/archivio della teatralità popolare, ritornerà a Revigliasco il 30 dicembre con “Artabàn”, un lavoro di e con Antonio Catalano che tramanda e rinnova la leggenda del quarto re mago, figura, come il Gelindo, della nostra tradizione.

“Quei miracoli della notte di Natale” è uno spettacolo itinerante, di tema sacro e al contempo popolare. I suoi protagonisti sono le figurine del presepe, precisamente i “santons” del presepe provenzale, codificati da una tradizione antica, che trasferisce la meraviglia in miracoli piccoli proprio come le loro statuine. Le storie, adattate da Tommaso Massimo Rotella, anche regista e protagonista con Elena Formantici e Patrizia Camatel, sono ispirate ai racconti dello scrittore Yvan Audouard, a loro volta eredi di un retaggio antico, e sono delle piccole perle di tenerezza e ironia. Perché l’effetto è magico e candido, ma anche divertente, senza nulla perdere dell’atmosfera sacrale.

Un angelo (Formantici), soffiando in una tromba un po’ difettosa, con i suoi “colleghi” musicisti Ricky Avataneo, Piercarlo Cardinali e Umberto Poli, ci ha condotto nelle vie del centro di Revigliasco, dove ad ogni passo, su ogni davanzale, mensola, in ogni nicchia, anche minuscola, si trova un presepe. Intorno, un’umidità nebbiosa e sognante ha cancellato, come un effetto teatrale, il senso del tempo e ha ridotto l’orizzonte all’essenziale. “Che notte quella notte” della Natività in cui accaddero, ha iniziato a raccontare l’angelo Boufaréou, tanti miracoli, modesti come le vite dei popolani o dei loro animali, ma scintille vive di un’epifania. E così, nei vari angoli del paese, hanno preso vita la “Ligera” ladra di galline, la guardia che la insegue, il pescatore con la moglie pescivendola e tante altre figurine del presepe, sino all’asino e al bue, umanizzati e consapevoli della sacralità dell’attimo.

Ogni quadro è un momento di vero teatro, grazie ad un’interpretazione che coglie tutte le sfumature del testo, diverte senza mai cadere nella banalità dell’eccesso e riporta sempre al registro del puro incanto. La popolarità delle storie si esprime anche negli accenti dialettali, dal romagnolo al veneto al sardo, nella gestualità legata alle azioni dei personaggi o alla fisicità degli animali anch’essi protagonisti, in una continua prova attoriale.

Sarà il cieco, accanto al “Ravi” (l’innamorato della bellezza del creato) a farsi profeta dell’arrivo, dopo 33 anni, in tempo per la resurrezione, del quarto re mago Artabàn. Ed è con una profezia nostrana, proprio come la trama musicale che si è intrecciata alle storie, che Tommaso Massimo Rotella ha voluto concludere “Quei miracoli…”. Più di uno spettacolo, tra la rappresentazione sacra e il teatro popolare, con una regia sapiente, un’interpretazione ottima da parte dei tre protagonisti e una contestualizzazione ben riuscita. Infine anche la cioccolata calda, il vin brulé e il panettone offerti dal Comune sono stati una scintilla di calore natalizio nell’ambito di un’organizzazione lodevole.  Un lavoro che raccoglie una tradizione, la innova e la rielabora in chiave teatrale, inserendosi perfettamente nel lungo percorso di Casa degli alfieri/archivio della teatralità popolare.

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