Autore Redazione
giovedì
7 Settembre 2017
01:13
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Cronaca - Alessandria

Cinghiali e caprioli devastanti “come un tornado”

Alcune aziende stanno pensando di chiudere.
Cinghiali e caprioli devastanti “come un tornado”

PROVINCIA DI ALESSANDRIA – Cinghiali e caprioli devastanti come un tornado. Lo dice l’associazione agricola Coldiretti che, a supporto di questa similitudine, sforna i dati di una vendemmia destinata a essere misera se non inesistente. Molti agricoltori, come già raccontato da Radio Gold in un video, hanno infatti descritto il dramma di un’annata complicatissima e per questo l’associazione chiede piani straordinari di controllo per garantire la selezione, il prelievo degli animali in soprannumero, l’accelerazione delle procedure di rimborso dei danni, coordinando in maniera più efficace i diversi enti che sovrintendono alla gestione del territorio.

Federico Pesce, 29 anni, titolare d’azienda a Silvano d’Orba, dieci ettari in produzione ad indirizzo prevalentemente vitivinicolo, Dolcetto e Barbera in particolare, ha descritto così la situazione patita in queste settimane: “Vigneti distrutti e grappoli impossibili da vendemmiare. Se sono fortunato riuscirò a recuperare il 15-20 per cento della produzione rispetto a quanto fatto nel 2016. I numeri parlano chiaro: su una media di produzione di 700 quintali non so se riuscirò a “salvarne” 150, ovviamente queste sono le prime stime ma non credo che il risultato finale sarà molto diverso. I danni procurati da cinghiali e caprioli aumentano ogni giorno, siamo esasperati e fortemente preoccupati soprattutto perché non si vedono soluzioni”.

Gli animali selvatici non si fermano davanti a nulla: “Si tratta ormai di vere e proprie mandrie che non si limitano a distruggere il raccolto, sradicano anche i pali dei vigneti portandosi via oltre 3.000 metri di griglie elettro-saldate. Siamo agricoltori da quattro generazioni ma una situazione del genere nessuno credo l’abbia mai vissuta”.

Una situazione che sta portando all’esasperazione gli agricoltori, tanto che alcuni stanno pensando di chiudere l’attività come Oscar Benzo di Cremolino (intervistato da Radio Gold), cinque ettari prevalentemente a Dolcetto e Barbera, perché è impensabile “ricavare da un ettaro che in normale produzione dava 70 quintali non arrivare nemmeno a dieci. Sino alla scorso anno le recinzioni non risolvevano il problema ma aiutavano a contenere il danno, ora la situazione è diventata invivibile”.

“Cinghiali, daini e caprioli – presidente provinciale Coldiretti Alessandria Roberto Paravidino costituiscono una minaccia per i raccolti ed ogni anno incidono pesantemente sui bilanci pubblici poiché, nonostante i ritardi con i quali i danni sono risarciti agli agricoltori, comunque si tratta di denaro che esce dalle casse dell’Amministrazione provinciale e che grava quindi sulla collettività”.

La situazione si è fatta ancora più critica, per questo Coldiretti sollecita un’adeguata e tempestiva presa di posizione affinché il problema non venga sottovalutato. È necessario che la Pubblica Amministrazione metta in campo da subito una serie di soluzioni – ha aggiunto il direttore provinciale Coldiretti Alessandria, Leandro Grazioli piani straordinari di controllo per garantire la selezione e il prelievo degli animali in soprannumero, all’accelerazione delle procedure di rimborso dei danni, coordinando in maniera più efficace i diversi enti che sovrintendono alla gestione del territorio”.

Paravidino ha infine ricordato il ruolo determinante degli agricoltori: “Se il loro reddito sarà tutelato dai danni provocati dalla fauna selvatica, gli imprenditori, attraverso lavoro e impegno quotidiano, potranno continuare a svolgere quel ruolo fondamentale che li contraddistingue, dalle altre attività economiche, in termini di mantenimento della biodiversità agraria e della tutela ambientale e paesaggistica”.

 

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